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La startup del 26enne bresciano che porta l'AI nelle Pmi

Si chiama Vedrai ed è un progetto di Michele Grazioli. Ha raccolto i fondi da imprenditori e celebrità dello sport
Michele Grazioli, bresciano-cremonese di 26 anni, è il fondatore di Vedrai
Michele Grazioli, bresciano-cremonese di 26 anni, è il fondatore di Vedrai
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Cosa c’entra l’imprenditore meccanotessile bresciano Ettore Lonati con Valentino Rossi, e il capitano della nazionale Giorgio Chiellini con Alcide Leali che, dopo aver fatto volare Air Dolomiti, ha lanciato il resort Lefay? Oppure: cosa ha a che vedere il centrocampista dell’Inter Stefano Sensi con Mario Gnutti della Gnutti Carlo di Maclodio, che lavora nell’automotive e che è stata recentemente visitata dai manager della Dallara (a Indianapolis è famosa come la Ferrari)? Probabilmente uno non conosce l’altro, ma tutte 32 le eccellenze del club deal (coordinato da Azimut) - che con 12 slot da 250mila euro e venti da 100mila euro hanno partecipato al round portando il capitale a cinque milioni (il 10% del capitale sociale) - conoscono e condividono lo stesso progetto che Michele Grazioli, 26enne cremonese-bresciano (è di Gallignano, ma ha studiato a Orzinuovi e lavora a Brescia, oltre che a Milano e Pisa dove la Normale è un punto di riferimento) ha lanciato con la start up «Vedrai». Un progetto nato per far entrare nelle piccole e medie un consulente virtuale che grazie all’intelligenza artificiale è in grado di individuarne gli indicatori critici che riflettono i fattori di successo per un’organizzazione, diventando così consulente dell’imprenditore nelle decisioni. E senza che lo stesso imprenditore abbia qualcuno a fianco.

Come ha fatto un ragazzo di 26 anni ad aggregare attorno a sé trentadue eccellenze, tra cui anche imprenditori come Sandro Veronesi di Calzedonia o la famiglia Lunelli della Cantine Ferrari, piuttosto che Pietro Giuliani di Azimut? Semplice: qualcuno tra gli sponsor aveva conosciuto, e apprezzato, il giovane appassionato di matematica e storia che aveva fondato Mival Capital (da Michele e Valerio, che è Valerio Zanaglio suo socio), fondo d’investimento che guarda a piccole e medie imprese promettenti, e che è stato anche fondatore e ceo di Divisible Global (20 milioni di fatturato all’anno) e responsabile della divisione AI di Alkemy lanciata a marzo del 2019. E ora anche di «Vedrai» (il nome è stato ispirato da una canzone di Luigi Tenco), premiata come una delle top10 aziende di AI in Europa da Cio Applications, magazine americano che si occupa di tecnologia per le imprese.

Se non bastasse Michele Grazioli (laurea triennale in Bocconi dopo gli studi a Brescia) è stato inserito da Forbes tra gli under 30 più influenti nel settore dell'innovazione ed è imprenditore riconosciuto a livello internazionale nel settore AI, «che - spiega - ho applicato a settori diversi e per nulla omogenei come il marketing piuttosto che la manutenzione predittiva. "Vedrai" realizza soluzioni che consentono di calcolare gli effetti sull’azienda delle decisioni che verranno prese, partendo dall’analisi di migliaia di dati e facendo emergere i possibili nessi tra la causa di un problema presente in azienda e gli effetti che ne deriveranno. E questo vale - ad esempio - per l’assunzione di un nuovo manager, piuttosto che per la valutazione dei costi delle materie prime facendo emergere le criticità». 

Grazioli aggiunge: «Mio padre ha una piccola impresa, ho vissuto da vicino la crisi del 2008 e non potevo materialmente aiutarlo per la mia giovane età: è stato in quelle stagioni incerte che ho iniziato ad appassionarmi alla soluzione dei problemi d’impresa affidando le scelte agli algoritmi», ovvero all’elaborazione di strategie basate su calcoli matematici oltre che sull’analisi dei dati. «Oggi ho scelto di tornare dove sono partito, lavorando per quelle piccole e medie imprese tra i sette/otto e i 120 milioni di ricavi che sono la spina dorsale di Brescia e del Paese».

«Vedrai» (dove le due lettere finali sono le stesse di artificial intelligence), lanciato su Tik Tok e su Instagram («i figli nei mesi del lockdown l’hanno presentato ai padri imprenditori», ricorda Michele Grazioli) vale cinquanta milioni. Da maggio 2020 a oggi ha superato le cento imprese in portafoglio clienti, nel cda siedono oltre a 
Grazioli, Valerio Zanaglio, Diego Toscani e Paolo Zola. Dopo esser nata nel settembre 2020 con 3 soli collaboratori, la newco attualmente occupa più di 40 dipendenti con un’età media di 27 anni che si definiscono «indagatori, creativi, folgorati e ispirati» e che vogliono far diventare la società «leader in Europa nel settore degli strumenti predittivi a sostegno delle decisioni delle piccole e medie imprese». Diventerà un unicorno - figura ripresa nel 2013 da Ailen Lee, fondatrice del fondo di venture capital Cowboy Ventures, per caratterizzare le società tecnologiche valutate più di un miliardo di dollari, sogno e traguardo di tutte le start up? La risposta è vedremo, anzi. Vedrai.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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