La casa intelligente vale di più, perché fa risparmiare
Una casa «intelligente» è più comoda, sicura e sostenibile e se la si vuole vendere vale mediamente il 4% in più. «Si tratta di un mercato ad elevata potenzialità che stimiamo raddoppierà il giro d'affari in pochi anni in Italia, fino a superare il miliardo di euro entro il 2023» sottolinea Carlo Nardello chief strategy, business development & transformation officer di Tim, presentando il primo rapporto sulla Smart Home elaborato dal Centro Studi Tim.
Non basta una smart tv per chiamarsi smart home, ci vogliono uno o più dispositivi connessi e comandabili da remoto che formano un ecosistema. Chi le abita sono soprattutto under 40, laureati e già con dei figli, rappresentanti un mercato che globalmente vale 68 miliardi di euro e cresce del 17% ogni anno.
L'Italia è in coda (566 milioni di euro) ma la crescita è rapidissima, 26% di media annua. Il Covid ha portato a una battuta d'arresto in termini di ricavi (-6% in Italia) ma è aumentato l'interesse e per questo «ci aspettiamo un rimbalzo importante nel 2021» sottolineano gli esperti di Tim. A fare da traino sono gli assistenti vocali (+59% nel 2019, +11% nel 2020), poi l'home entertainment e gli elettrodomestici, l'illuminazione e i sistemi di sicurezza; non ultimo i sistemi per il controllo dei consumi energetici. Internet è ormai una utility, la quarta dopo gas, elettricità e acqua e avere la connessione in fibra aumenta il valore della casa.
«Prendendo a riferimento i mercati americano e britannico in media per l'acquisto di una casa con fibra ottica si paga un prezzo più alto fino al 3,8%, che diventa fino al 15% in caso di affitto. Per contro le case senza connessione o con velocità di download ridotte possono valere il 20%-24% in meno» spiega il Centro Studi Tim. L'Internet of things non è un lusso ma diventa un fattore di risparmio e porta di riflesso benefici non solo alla famiglia ma alla comunità. I sistemi di energy monitoring della smart home possono generare un risparmio fra i 3 e i 3,5 miliardi di euro annui se usati in maniera massiva; e una riduzione del 10-15% dei consumi elettrici nazionali domestici legata ai dispositivi di energy management può portare inoltre ad una riduzione complessiva di CO2 di circa 1,7- 2,5 milioni di tonnellate l'anno.
Le case con sensori, umidità e monitoraggio acqua subiscono oltre il 90% di danni in meno e quelle con servizi di videosorveglianza meno furti. Le prossime sfide sono la cybersecurity, la privacy e l'interoperabilità.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato