Its Machina Lonati: dialogo con le imprese per il futuro
Il Premier Mario Draghi lo ha ribadito in più occasioni: gli Istituti Tecnici Superiori (Its) devono crescere poiché, grazie ai loro corsi professionalizzanti, forniscono alle imprese figure con elevate competenze tecnologiche, indispensabili per raggiungere gli obiettivi di transizione digitale ed ecologica, mobilità sostenibile, innovazione e competitività.
In Italia, attualmente, risultano iscritti 18.273 studenti (dati Miur/Indire). Pochi (in Germania sono 800mila), per un Paese tra i più industriali d'Europa. Ne abbiamo parlato con Paolo Rizzetti, Direttore dell'Its Machina Lonati di Brescia che - con 9 corsi biennali nei settori Marketing, Design, Moda e Turismo - risponde alle attuali necessità del mercato del lavoro.
Aziende e PMI sono sempre più alla ricerca di tecnici specializzati per sostenere i fabbisogni d'innovazione e trasferimento tecnologico. ITS Machina Lonati come risponde a questa esigenza?
«Intrattenendo un dialogo costante con le imprese del territorio bresciano e nazionale. Questo ci permette ogni anno di costruire nuovi corsi, o aggiornare quelli esistenti, sulla base di feedback e sentiment che il mercato ci fornisce in tempo reale. Un esempio? Nel 2021 è nato quello in "Tecnico delle calze" che forma specialisti nella gestione di determinati macchinari. I corsi possono anche essere occasionali, ma sempre mirati a soddisfare richieste concrete e sostenibili: formiamo figure che il mercato del lavoro assorbe nel brevissimo periodo».
A proposito di sostenibilità, l'imprenditoria vi è sempre più orientata. L'offerta formativa s'è aggiornata anche questo senso?
«Assolutamente sì. Corsi come "3D Fashion Designer" o "Tecnico per la sostenibilità dei prodotti di design" sono fortemente orientati in tal senso. Attraverso l'adozione di tecnologie e scanner di ultima generazione gli studenti elaborano prototipi 3D in grado di ruotare sullo schermo, con resa di colori, texture, lucentezza e consistenza altamente iperrealistici. Questo consente di abolire cartamodelli, prototipi fisici e relativi trasporti. Si produce solo dopo aver venduto, nelle taglie, nei colori e nei numeri richiesti, con netto risparmio di costi, materiali e giacenze. Moduli di sostenibilità sono presenti inoltre in tutti i nostri corsi. L’approccio è molto pratico. Ce lo chiedono le imprese. Alle lezioni teoriche in aula prediligiamo attività pratiche e stage curricolari di 400-800 ore. Nella quasi totalità dei casi si tratta di tirocini in azienda finalizzati all'assunzione».
L'obiettivo del Pnrr è raddoppiare l'output di tecnici specializzati. Qual è la Sua impressione?
«Doppiare il numero è certamente ambizioso. Certo è che noi due anni fa contavamo 247 iscritti distribuiti su 5 corsi, mentre oggi i corsi attivi sono 9, per un totale di 350 studenti. Questo testimonia la continua richiesta di tecnici specializzati e, di conseguenza, margine di crescita per gli Istituti di formazione terziaria non universitaria. Ampliarci significa andare alla ricerca di nuovi spazi per collocare un numero maggiore studenti e di laboratori. Il Pnrr parla di 1,5 miliardi a fondo perduto in 5 anni per incrementarne il numero degli ITS in Italia, potenziarne i laboratori con tecnologie 4.0 e aumentare del 100% gli iscritti. Se arriveranno i soldi, lo faremo».
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