In Italia ci sono sempre più startup ma a Brescia non decollano
Sfiorano quota 15mila le startup innovative in Italia, 286 delle quali hanno sede nellla provincia di Brescia.
Stando al dato del primo luglio 2022, contenuto nel report sul secondo trimestre 2022 pubblicato da Ministero dello Sviluppo economico, Unioncamere, InfoCamere e Mediocredito Centrale, le aziende iscritte al Registro delle imprese sono 14.621, il 3,7% di tutte le società di capitali di recente costituzion: produzione di software, consulenza informatica, ricerca e sviluppo, fabbricazione di macchinari e prodotti elettronici sono le attività più diffuse. Con 259 nuove unità, il numero delle startup è cresciuto dell'1,8% rispetto al trimestre precedente. In aumento dello 0,5% anche quelle fondate da under 35 (il 17,4% del totale).
Il 26,7% di queste società si trova in Lombardia, il 12,1% nel Lazio (+ 45 startup rispetto al trimestre precedente) e il 9,2% in Campania (+ 33). Si trovano soprattutto nelle province di Milano (2737 startup), Roma (1599), Napoli (675), Torino (532), Bari (362), Bologna (358), Padova (331), Salerno (302), Bergamo (291) e Brescia (286).
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Considerando il numero startup innovative in rapporto a quello di nuove società, le prime dieci province sono Trento, Milano, Terni, Potenza, Udine, Pordenone, Pisa, Trieste, Bologna e Ascoli Piceno, con Brescia ampiamente fuori dalla top ten.
Sono invece 6.798 le società beneficiarie del Fondo di garanzia (Fgpmi), con alcune che hanno ricevuto più di un prestito. Nel secondo trimestre 2022, il Fondo ha gestito 666 operazioni (+7% rispetto a gennaio-marzo 2022), per un totale di 193 milioni di euro (+44%). Il finanziamento, secondo i dati più recenti, ammonta a 289 mila euro, (+34% rispetto al trimestre precedente). Sono invece 103 le operazioni del Fgpmi a vantaggio degli incubatori certificati, per un totale di 47 milioni di euro. Mentre per le Pmi innovative sono 6.163, per una somma di 2 miliardi di euro.
I commenti
Il perché a Brescia ci sia un numero decisamente inferiore di startup innnovative rispetto ad altre province italiane, anche alla luce di un territorio ricco dal punto di vista imprenditoriale, «credo possa essere attribuito alla mancanza di un adeguato "contesto" - commenta la giornalista e divulgatrice scientifica Nicoletta Boldrini -. Anche con una proposta di servizio o prodotto che possa considerarsi globali (quindi verso un pubblico internazionale raggiungibile, anche, con canali digitali), una startup per nascere e scalare ha bisogno di community di mentor, poli di trasferimento tecnologico e di competenze, incubatori, acceleratori, business angels, investitori, imprenditori, utenti/clienti early adopters… tutti elementi che non nascono da soli e che tendono a concentrarsi dove c’è un "clima favorevole"».
Nonostante ciò la provincia bresciana non è ferma secondo Boldrini «e si stanno facendo molti investimenti sul fronte della ricerca e dell’innovazione tecnolgica, anche con l’obiettivo di sostenere le startup e crearne di nuove. Nei prossimi anni potremmo vedere delle cose molto interessanti».
Anche Lorenzo Maternini, vice presidente di Talent Garden, si interroga sul dato emerso dal report, evidenziando come «nell'ecosistema startup italiano il contributo di Cdp Venture Capital SGR - Fondo Nazionale Innovazione negli ultimi anni sia stato fondamentale, potenziando l’esistente e stimolando la nascita di nuove. Sarebbe interessante sapere quante startup bresciane hanno chiuso accordi con Cdp».
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