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Class in Action al Lunardi di Brescia: l'articolo-1

Partendo dal tema dell'informazione gli studenti hanno intervistato Paolo Vitale dell’Osservatorio sul termoutilizzatore bresciano
Il termovalorizzatore di via Malta - New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
Il termovalorizzatore di via Malta - New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
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Il luogo in cui la grande sfida della sostenibilità incontra lo sviluppo di nuove professioni. Questo sono stati chiamati a raccontare - misurandosi in prima persona con gli strumenti, le potenzialità e le difficoltà propri dell’informazione giornalistica multimediale - i 250 ragazzi in rappresentanza di dieci istituti superiori di città e provincia che quest’anno hanno preso parte alle attività di Pcto (i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, la vecchia Alternanza scuola lavoro) promosse dal Giornale di Brescia. Un cammino che ha mosso i suoi primi passi all’inizio di gennaio e che si conclude ora con la pubblicazione online degli elaborati degli studenti.

Abstract

Assegnato l’argomento dal Giornale di Brescia (l’informazione), il gruppo ha discusso in classe con la docente e ha deciso di trattare il caso del termoutilizzatore di Brescia e dell’inquinamento dell’aria in città. Inizialmente, si era optato per realizzare una video intervista con un esperto dell’A2A. Tuttavia, a causa di un imprevisto, il gruppo ha seguito un’altra strada. Valutando le varie opzioni, abbiamo deciso di scrivere un articolo di giornale.

In seguito alla visita alla sede del Giornale di Brescia, grazie all’aiuto di Massimo Lanzini e di Fabio Gafforini, la classe è riuscita ad entrare in contatto col professor Paolo Vitale, rappresentante delle associazioni ambientaliste bresciane all’interno dell’Osservatorio sul termovalorizzatore del Comune di Brescia. In questo modo, è stato possibile contattare Vitale online. Durante l'intervista, abbiamo chiesto il consenso a registrare la videochiamata, per poi poterla riascoltare e successivamente realizzare l’articolo.

Articolo

Titolo: Intervista a Paolo Vitale, rappresentante delle associazioni ambientaliste all’interno dell’Osservatorio sul termoutilizzatore bresciano. 

Pensa che il termovalorizzatore aiuti lo sviluppo di un'economia circolare?  

Penso che possa aiutare perché produce energia elettrica e calore per il teleriscaldamento e brucia rifiuti che non possono essere riciclati, come certi materiali plastici. Per esempio, i Lego non possono essere scaldati e quindi devono finire nel termovalorizzatore. L’importante è mettere nel termovalorizzatore materiale che può essere biodegradabile ma non compostabile. Per esempio, una sedia di legno rotta che non si può usare per fare il compost va bruciata così che non si usino il petrolio o altri combustibili fossili.

Tutte le emissioni sono al di sotto dei limiti indicati nell'A.I.A.?

Sì, perché il controllo non viene fatto solo da A2A ma anche da altri enti autonomi come l’Arpa (Agenzia regionale protezione ambiente) e il Comune. Sicuramente le emissioni sono al di sotto dei limiti, quindi, non rappresentano un problema per la salute. In realtà, per esempio in tangenziale in un giorno si producono più gas inquinanti che con il termovalorizzatore in un anno.

Ritiene che Brescia sia una città inquinata?

La città è inquinata a livello dell’aria, anche se tutte le città della Pianura Padana sono messe male. Si usa troppo l’automobile e anche le tecniche agricole creano polveri sottili nocive.

Secondo lei dovremmo importare meno rifiuti dalle altre città?

Il termovalorizzatore brucia rifiuti di tutta la provincia di Brescia, dalle altre città vengono solo biomasse, masse organiche come avanzi di legname che sono utili per scaldare; non vengono bruciati quindi rifiuti «normali». 

Qual è la differenza tra inceneritore e termovalorizzatore?

L’inceneritore brucia solo rifiuti, il termovalorizzatore brucia rifiuti e utilizza l’energia prodotta per il teleriscaldamento. Altre forme in cui l’energia è riutilizzata sono la corrente elettrica e, anche se per ora è solo un progetto futuro, gli impianti di raffrescamento.

Progetto a cura di Bai Jiaying, Betella Alice, Di Napoli Rebecca, Faustinoni Valentina, Finazzi Paola, Franzè Arianna, Gaibotti Alessandra, Girati Valerio e Gordi Giulia.

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