Pannelli di plexiglass e lezioni nei teatri: la scuola che verrà
Banchi divisi da pannelli in plexiglass ma anche lezioni in musei, cinema, teatri e negli spazi aperti, aprendosi al territorio: questi gli spunti forniti dal ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina in vista del rientro a scuola a settembre dei circa 8 milioni di studenti italiani. Il ritorno alla didattica a distanza ci sarà solo nel caso malaugurato di ritorno della pandemia e sarà regolato da linee guida specifiche.
Alcune scuole di Bergamo - città fulcro dell'epidemia di coronavirus - si preparano alle nuove regole del distanziamento: tra queste il liceo artistico Giacomo e Pio Manzù, dove sono stati già collocati dei divisori chiari in plexiglass attorno a ciascun banco. «Siamo pronti per gli esami e per il rientro a settembre», annuncia orgoglioso il preside Cesare Botti. «Stiamo lavorando per un ritorno a scuola di tutti in piena sicurezza. L'impegno è a consegnarvi una scuola più a misura dei vostri desideri e delle vostre necessità in un mondo che cambia velocemente», dice oggi la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina agli studenti delle scuole superiori impegnati nel Biz Factory 2020.
La ministra si dice contraria a doppi turni o a sdoppiamenti di classi, vede invece favorevolmente la possibilità di allungare la settimana scolastica al sabato - l'autonomia lo consente già - il far indossare visiere invece di mascherine - rendono più semplice la socializzazione - e costruire tensostrutture solo laddove è impossibile garantire il distanziamento di un metro e non è possibile trovare altre soluzioni.
L'idea del plexiglass attorno ai banchi però non piace a molti: «Chiudere i bimbi nel plexiglass in classe è una cazzata che solo un ministro incompetente poteva pensare», sbotta il segretario della Lega Matteo Salvini. Ed anche i sindacati della scuola ribadiscono le ragioni dello sciopero che confermano per lunedì 8 giugno. «Non si può rimanere nella sostanza fermi, in attesa che l'abbassarsi della curva epidemiologica ci riconsegni ad una normalità, come è sembrato di cogliere nelle parole della ministra, che ripropone lo stesso atteggiamento assunto anche in momenti precedenti, nei quali si sono seguite le consuete prassi amministrative, prescindendo dal carattere di straordinarietà determinato dalla pandemia», dicono Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda.
Il presidente dell'Unione delle Province italiane, Michele De Pascale, in una lettera inviata oggi al premier Conte e al ministro Azzolina chiede che la tempistica per dare il via agli interventi di messa in sicurezza degli edifici sia accelerata, «per non trovarci nella condizione di dovere risolvere il problema dell'apertura delle scuole nei primi quindici giorni di settembre». Intanto le terze e quarte delle scuole professionali del Veneto rientrano in classe per un'intera settimana per preparare al meglio gli esami di qualifica e l'esame per il diploma. Un ritorno sui banchi rivolto ad una platea potenziale di 6.217 studenti, 5.544 allievi del terzo anno ordinario, 508 allievi del terzo anno duale e 1.615 allievi del quarto anno duale: studenti che potranno beneficiare, prima del 30 giugno, termine dell'attività formativa, di una settimana di ripasso e approfondimento in vista dell'esame.
E alla Camera vanno avanti a oltranza i lavori sul decreto Scuola, con l'esame e il voto degli ordini del giorno. La seduta fiume è proseguita per tutto il giorno senza pause, tranne quelle ogni tre ore per consentire la sanificazione dell'Aula. Ci sono state trattative tra la maggioranza e l'opposizione che sta conducendo l'ostruzionismo, specie la Lega, determinata a far decadere il decreto ma la situazione è rimasta di muro contro muro. Il decreto scade domenica 7 giugno e dunque i tempi sono strettissimi.
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