Scuola

Lunedì si torna a scuola: 150mila studenti bresciani ritrovano la normalità

Già ieri le materne bresciane hanno riaccolto 11.500 bambini. Bonelli (Ust) è fiducioso circa trasporti e organico
150MILA STUDENTI TORNANO IN AULA
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Manca una manciata di giorni all’avvio del nuovo anno scolastico. Lunedì 12 settembre la campanella suonerà per quasi 140mila ragazzi delle scuole bresciane di vario ordine e grado. Considerato che le scuole d’infanzia hanno già riaperto le porte da ieri per 11.500 bambini così come alcuni istituti superiori come il Foppa e il Piamarta, saranno 150mila circa a tornare sui banchi di scuola, in un segno di normalità pre-pandemia.

Senza restrizioni

Una popolazione scolastica, in totale, di circa 150mila studenti (e con loro 15mila insegnanti delle scuole statali, più altri 12mila delle paritarie) pronta a iniziare un’annata che sembra nascere sotto migliori auspici rispetto alle due precedenti. Con la caduta delle restrizioni, dell’obbligo di distanziamento e di indossare la mascherina, si partirà in un clima di ritrovata normalità.

Lo conferma il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, Giuseppe Bonelli: «Ricominceremo come avevamo fatto nel settembre 2019. Naturalmente, bisognerà continuare a tutelare i soggetti fragili, persone che non hanno potuto vaccinarsi o che hanno un quadro patologico difficile, con l’utilizzo della mascherina Ffp2. Per i docenti vengono meno quelle linee guida che avevano determinato un contesto di allontanamento se non immunizzati. Manterremo - aggiunge il provveditore - il tavolo con Ats per monitorare la situazione e rimarrà nelle scuole il referente Covid, per il quale faremo un’apposita formazione. Resteranno anche le norme per la quarantena, in caso di contagio, sebbene attualmente si voglia ridurre qualcosa».

Basta doppi turni

Anche riguardo all’annosa questione dei mezzi di trasporto, l’orientamento è di un ritorno allo status quo ante. «Dal confronto con Agenzia del Tpl, Prefettura e Provincia è emerso che non ci sono più motivi che impongano diverse regole del trasporto pubblico urbano ed extraurbano - riferisce Bonelli -. Lo sforzo sarà garantire una dotazione di mezzi sufficiente per non creare assembramenti e perfezionare il servizio, anche perché il doppio turno d’ingresso in genere non piace alle scuole secondarie. Il Covid ci ha comunque insegnato molto e, grazie al know-how sviluppato, le aziende riusciranno a garantire un trasporto migliore in condizione di normalità, senza doppi turni e limiti di capienza».

Docenti

Quanto agli organici e alla possibilità di avere tutti i docenti in cattedra il 12 settembre, l’obiettivo pare quest’anno più a portata di mano. La scorsa settimana, infatti, sono state effettuate le immissioni in ruolo per circa 340 docenti «dell’articolo 59», che hanno cioè superato l’ultimo concorso straordinario. Da domani, è fissato il calendario delle nomine da Gps (Graduatorie provinciali supplenze), dove verranno messi in gioco 3.600 posti per incarichi a tempo determinato, fra cattedre e spezzoni orario, sul sostegno e su tutte le discipline. L’incognita è rappresentata dalla percentuale di rinunce, ma anche su questo punto c’è maggiore ottimismo in quanto le nuove sanzioni previste dal Ministero (chi rinuncia rischia di non lavorare più nell’anno corrente), potrebbero fungere da deterrente.

Diverse le novità didattiche che connoteranno l’anno 2022-2023, tra cui l’arrivo dello specialista di scienze motorie nella scuola primaria, che per la prima volta fa la sua comparsa come titolare di un insegnamento non generalista, ma dedicato. Si comincia con le sole quinte e con l’intenzione di andare progressivamente a regime anche con le altre classi.

Si parla poi dell’introduzione del «docente esperto», ossia di un insegnante in ruolo «esperto» nell’ambito disciplinare di competenza (ad esempio lettere, inglese, matematica etc.), oltre che negli ambiti strettamente professionalizzanti e per il quale, dopo nove anni di formazione con valutazione positiva, ci saranno 5.650 euro in più all’anno di stipendio, 400 euro mensili. Su questa iniziativa ministeriale, però, si è sollevata un’ondata di proteste dal mondo della scuola e dalle organizzazioni sindacali, tanto che a livello politico sono stati avanzati diversi emendamenti. 

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