Da Vinci 4.0

Da Vinci 4.0: usare le nuove tecnologie per pensare diversamente

È partita la terza edizione del progetto rivolto agli studenti delle scuole superiori bresciane. Iscrizioni entro il 23 febbraio
Massimo Temporelli, autore di questo articolo, è il guru hi-tech del progetto Da Vinci 4.0 - © www.giornaledibrescia.it
Massimo Temporelli, autore di questo articolo, è il guru hi-tech del progetto Da Vinci 4.0 - © www.giornaledibrescia.it
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È partita la terza edizione di Da Vinci 4.0, il progetto del Giornale di Brescia in collaborazione con Talent Garden e TheFabLab che ha l’obiettivo di introdurre nelle scuole superiori bresciane le conoscenze e le competenze del mondo tecnologico e digitale Industry 4.0. Stampa 3d, elettronica programmabile, Internet of Things, realtà virtuale e intelligenza artificiale sono alcune delle tecnologie che caratterizzeranno pesantemente il nostro modo di lavorare e vivere nei prossimi 30 anni, rivoluzionando molte delle prassi sociali che ci hanno accompagnato negli ultimi secoli, da come progettiamo, produciamo, distribuiamo, fino a come vendiamo e acquistiamo i prodotti e i servizi.

Il mondo e il paradigma verso cui stiamo andando da molti è chiamano «phygital», una fusione tra le parole physical e digital. A me piace chiamarlo un mix tra atomi e bit, dove i confini tra ciò che è fisico e ciò che è intangibile si mescoleranno per creare nuovi modelli di consumo e di business, ma anche una nuova antropologia e una nuova società. È una rivoluzione culturale profonda, in atto ormai dal 2010 e chiamata Industry 4.0 o Quarta rivoluzione industriale. Ed essendo una rivoluzione culturale oltre che tecnica è fondamentale parlarne e discuterne a scuola con professori e studenti, allenare le giovani generazioni al nuovo paradigma.

Attenzione però, è fondamentale non confondere il mezzo con i fini: portare a scuola le tecnologie digitali, le stampanti 3d, la robotica o le schede programmabili deve servire a instillare nei ragazzi un nuovo modo di pensare, di produrre valore per i propri simili, perché gli strumenti digitali, per quanto potenti e importanti, sono solo strumenti e non dobbiamo innamorarcene troppo, per almeno due motivi. Il primo è che da soli non fanno le rivoluzioni: serve un nuovo pensiero e perciò i giovani sono i preposti. Ma soprattutto perché le tecnologie cambiano: diventare esperti di questa o quella tecnologia, su un software o un hardware, in questi anni rischia di essere un azzardo. I software invecchiano, gli hardware pure, la mentalità e la cultura no. L’obiettivo della trasformazione culturale non è imparare a usare nuove tecnologie, ma a creare valore per il mercato e gli umani in cambiamento, usandole. È una sottile differenza, ma tra i due approcci c’è un abisso.

Per questo motivo, alla fine dell’anno, ai ragazzi e le scuole che lavorano con noi al progetto Da Vinci 4.0 non viene fatta un’interrogazione, ma sono chiamati a cimentarsi in un vero project work, un progetto che faccia emergere una loro idea, una loro visione del mondo, capace di migliorare la scuola, la fabbrica, gli uffici in cui lavoreranno. È una sfida affascinante e sono convinto che questa sia la strada giusta per imparare a vivere nel mondo in trasformazione che ci è capitato di abitare.

Ricordiamo che le iscrizioni rimarranno aperte fino al 23 febbraio. Sul sito www.davinciquattropuntozero.it, nella sezione dedicata all’hackathon digitale, qualsiasi istituto potrà decidere di prendere parte al percorso. Per ogni scuola verranno accettate fino a 3 squadre composte da minimo 3 studenti coordinati da un professore.

 

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