Da Vinci 4.0

La lunga strada verso l’hackathon è ripartita dalle aule del Don Bosco

Per l’istituto cittadino è la seconda presenza: sarà in gara quest’anno con il team «HsOs»
I ragazzi e le ragazze del Don Bosco con il prof. Treccani, Temporelli, Villa e Galliera - © www.giornaledibrescia.it
I ragazzi e le ragazze del Don Bosco con il prof. Treccani, Temporelli, Villa e Galliera - © www.giornaledibrescia.it
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Liceo scientifico e istituto tecnico insieme, più determinati che mai a lasciare il segno in questa quarta edizione del Da Vinci 4.0. È dall’istituto salesiano Don Bosco di Brescia che è ripartito il tour nelle scuole di Massimo Temporelli, divulgatore scientifico e fondatore di The FabLab.

Dopo l’esordio dello scorso anno, la scuola cittadina ha aderito nuovamente al progetto, ideato dal GdB in collaborazione proprio con The FabLab e con Talent Garden, schierando un’unica squadra, gli HsOs, composta da cinque studenti, tre del liceo scientifico e due dell’istituto tecnico (il racconto della giornata andrà in onda stasera alle 20.15 nello speciale su Teletutto al canale 16 del digitale terrestre).

Nuova sfida

Da Vinci 4.0: la tappa al Don Bosco

«L’anno scorso ci siamo interfacciati al progetto per la prima volta - racconta il referente scolastico Matteo Treccani, professore di Progettazione elettronica e Matematica, durante la lezione alle quale ha partecipato anche Laura Galliera di Confindustria Brescia -, e solo con un gruppo del liceo, dando più peso alla parte più artistica. Quest’anno, invece, abbiamo deciso di mettere in campo altre competenze, creando un gruppo misto per riuscire a rispettare meglio alcuni criteri del concorso, come l’uso delle tecnologie».

«Il Da Vinci 4.0 è una competizione prima di tutto con i propri limiti - sottolinea Temporelli -. È questo ciò che vorremmo trasmettere ai ragazzi: guardare oltre gli orizzonti che spesso una cultura come quella europea e italiana ci pone davanti, e imparare a sognare un mondo migliore grazie alle tecnologie».

Tra i cinque studenti del team HsOs, Lucia Biasiotto e Anna Massardi della quarta liceo scientifico avevano già partecipato al Da Vinci lo scorso anno. «Torniamo per rimetterci in gioco - raccontano le ragazze -; è un’opportunità per sperimentare approcci nuovi». A loro si sono uniti Tommaso Bonfadella della quinta liceo e Mattia De Giglio e Daniele Ferraglio della quarta tecnico: «La sfida dell’acqua è attuale - commentano gli studenti -, cercheremo di fare del nostro meglio per trovare una soluzione concreta».

Supporto

A sostenerli e supportarli durante tutto l’hackathon ci sarà, come sempre, il team di The FabLab. «Centrali per noi sono questi incontri in presenza - chiarisce il learning specialist Matteo Villa -, durante i quali andremo a scoperchiare le possibilità offerte dalle tecnologie di oggi, che sono il primo ingrediente per progettare e produrre innovazione con creatività».

«Dopodiché - prosegue Villa - c’è un altro riferimento fondamentale che è la piattaforma davinciquattropuntozero.it, sulla quale i ragazzi possono trovare tutte le risorse che caricheremo nel corso dei mesi». Risorse che fanno riferimento alla metodologia del Da Vinci 4.0, cioè il design thinking: un metodo progettuale per favorire teamwork e creatività. «In più - conclude -, abbiamo istituito anche dei webinar live (il primo è stato il 31 gennaio, ndr): ogni rilascio delle risorse di Da Vinci 4.0 è accompagnato da un momento di interazione digitale per insegnanti e studenti con ospiti del mondo professionale tecnologico che ci racconteranno storie di innovazione».

Il festival

Ma questa è anche l'edizione dei record del Da Vinci 4.0, con dodici scuole, quindici squadre e 122 studenti iscritti. Ma è anche l’edizione dell’anno di Brescia, insieme a Bergamo,Capitale della Cultura. Un evento che abbiamo scelto di celebrare trasformando la giornata finale dell’hackathon di fine maggio in una giornata speciale, un vero e proprio festival aperto a tutta la città. «Sarà un’opportunità bellissima - commenta Massimo Temporelli -. Brescia potrà mostrare il meglio di sé anche in termini di risorse umane, gli studenti del nostro progetto, e quindi mischiare il mondo della scuola con quello del mondo della società civile e dei professionisti, che magari potranno imparare qualcosa da questi ragazzi».

Del resto è da sempre questa la mission del Da Vinci 4.0, quella di creare un ponte tra la scuola e le imprese. Lo sa bene Confindustria Brescia, che è partner del nostro progetto sin dalla sua prima edizione. «Per noi è un’opportunità strategica per conoscere come lavorano i giovani - chiarisce Laura Galliera, responsabile dell’area Education e Capitale umano -, e allo stesso tempo mostrare loro quale sarà il mondo e le tecnologie che li aspettano dopo il diploma».

Perché è la tecnologia la vera chiave di volta del cambiamento, come non smette di ribadire Temporelli: «Quello che vorremmo insegnare ai ragazzi - chiarisce il divulgatore scientifico -, è che possono cambiare il mondo che viviamo e abitiamo attraverso le tecnologie. Vorremmo che i nostri giovani ritornassero a essere quello che erano nel Rinascimento, quando in Italia eravamo all’apice dell’innovazione, punto di riferimento per tutto quanto il mondo: oggi celebriamo il Rinascimento come qualcosa di classico, ma fu un’azione rivoluzionaria quella compiuta da Leonardo, Michelangelo e dagli altri artisti».

«Purtroppo - conclude il fondatore di The FabLab - per vari motivi storici dal Cinquecento in avanti abbiamo progressivamente abbassato la nostra capacità di immaginarci il futuro. Oggi lo fanno negli Stati Uniti, in particolare nella West Coast a stelle e strisce, ma è tempo che i nostri giovani tornino a progettare il loro mondo, che sarà anche il nostro del futuro».

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