Da Vinci 4.0

«Il digitale per noi è la norma: formiamo futuri professionisti»

Il preside Andrea Bernesco Lavore racconta le ultime novità dal liceo Carli di Brescia
Il preside Andrea Bernesco Lavore
Il preside Andrea Bernesco Lavore
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L’orientamento internazionale è chiaro: le scienze applicate sono sempre più richieste nei mercati del lavoro globali. In questo il Bresciano non fa differenza e, di fronte ad una necessità del tessuto produttivo, il liceo Guido Carli non poteva che rispondere. Nato nel 2011 per volontà dell’allora Associazione industriale bresciana, l’istituto gestito dalla Fondazione Aib si caratterizza per uno strettissimo legame con le imprese della provincia, elemento che ne fa un grande laboratorio di didattica. «Proprio in questo solco nascerà dal prossimo anno un nuovo indirizzo - annuncia il dirigente scolastico Andrea Bernesco Lavore -, un liceo scientifico che si caratterizza per un forte approccio alle scienze applicate».

Le materie Stem (Science, technology, engineering and mathematics) sono sempre più centrali nell’orizzonte formativo globale. Qual è però nello specifico la risposta del territorio bresciano?
Per quanto ci riguarda, non possiamo che dirci positivamente sorpresi dall’interesse suscitato dal nuovo liceo. I nuovi iscritti per il prossimo anno scolastico sono 47, contro i 21 del precedente (gli studenti totali sono 130 ndr). È un segno evidente di come il percorso di scienze applicate stia destando grande interesse sia tra i ragazzi che nelle loro famiglie, fondamentali nel momento della scelte della scuola superiore.

Quali sono le caratteristiche del vostro nuovo indirizzo liceale?
Daremo ancora più importanza alle materie Stem e alla cultura digitale e informatica, fornendo ai nostri studenti gli elementi per affrontare situazioni complesse e risolvere problemi in ambito tecnologico e non. Ovviamente rimarranno saldi i pilastri che caratterizzano anche gli altri nostri corsi, cioè una solida formazione socio-economica e l’approfondimento di due lingue internazionali.

Che ruolo riveste il digitale all’interno della vostra didattica?
Siamo un liceo sperimentale e come tale il nostro approccio vuole essere innovativo, fa proprio parte del nostro Dna. Da noi la didattica digitale integrata, che si affianca a quella tradizionale, è la prassi da tempo. Tutti i nostri alunni hanno infatti fin dal primo anno a disposizione un tablet, un supporto fondamentale nello studio e nello svolgimento delle lezioni. Le nostre classi terze e quarte sono inoltre coinvolte in un percorso, supportato proprio da Confindustria Brescia, incentrato sulla progettazione di una startup.

La necessità di ricorrere alla Dad per voi non è perciò stata una rivoluzione come in altre realtà, provinciali e non.
Di certo tale modalità non ha creato problemi dal punto di vista tecnologico e organizzativo, ciò che però è venuta a mancare è la parte sociale del fare scuola. A questa carenza, che purtroppo si protrae ormai da quasi due anni scolastici, stiamo cercando di ovviare spingendo molto sul lavoro di gruppo. Inoltre gli studenti hanno potuto in quest’arco di tempo approfondire la didattica laboratoriale direttamente all’interno della nostra struttura (la sede è in via Stretta in città ndr), ovviamente con turnazioni studiate per evitare assembramenti. I ragazzi hanno infine avuto la possibilità di frequentare in presenza i corsi per l’ottenimento delle varie certificazioni linguistiche e di preparazione ai test d’ingresso universitari.

La strada intrapresa dal liceo Carli è perciò quella di porre i giovani sempre davanti a nuove sfide, nuovi input che li spingano a confrontarsi con l’esterno.
È fondamentale far uscire gli studenti nel mondo, spingendoli a risolvere problemi e non solamente ad apprendere nozioni in lezioni frontali. A maggior ragione in un momento come questo, in cui spesso sono costretti a stare in isolamento a causa della pandemia, non vogliamo che perdano il loro spirito creativo, pragmatico e innovativo. In questo senso, credo che il progetto Da Vinci 4.0 al quale prenderanno parte tutte le nostre classi terze sia un valore aggiunto di primissimo livello, che permette ai giovani di sperimentare il proprio spirito di adattamento a situazioni complesse e di natura tecnologica, con strumenti di produzione digitale, filmati e presentazioni, che vanno oltre alle tradizionali esposizioni orali o scritte. Il tutto con l’obiettivo di trovare risposte all’attuale situazione che investe la scuola. Non so ancora quale dei tre temi le squadre sceglieranno per partecipare all’hackathon, ma sono certo sarà una sfida interessante per studenti e professori.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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