Scienza

L'incredibile velocità del computer quantistico di Google

A Sycamore sono bastati tre minuti per arrivare alla soluzione di un problema che un computer tradizionale avrebbe risolto in 10.000 anni
Una delle unità di calcolo del computer quantistico Sycamore (fonte: Erik Lucero)
Una delle unità di calcolo del computer quantistico Sycamore (fonte: Erik Lucero)
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Un computer tradizionale ci avrebbe messo 10.000 anni per trovare una soluzione, ma al computer del futuro sono bastati poco più di tre minuti. È cominciata la rivoluzione dei computer quantistici, sempre più veloci e affidabili grazie alle loro proprietà basate sulle leggi del mondo atomico. Ad annunciarla è l'esperimento condotto fra Germania e Stati Uniti e pubblicato sulla rivista Nature. Lo ha coordinato il gruppo del fisico John Martinis, di Google e dell'Università della California a Santa Barbara, utilizzando il computer quantistico di Google, chiamato Sycamore. Alla ricerca hanno partecipato la Nasa, il California Institute of Technology (Caltech) e, per la Germania, l'Università di Aachen e il Centro Ricerche Jülich. 

«È un risultato di scienza fondamentale, fatto con un capolavoro di ingegneria tecnologica», ha detto Tommaso Calarco, del Centro Jülich e fra i responsabili del progetto sulle tecnologie quantistiche finanziato dalla Commissione Europea con un miliardo di euro in dieci anni e che vede l'Italia in prima fila con il Consiglio Nazionale delle Ricerche(Cnr). I ricercatori hanno realizzato un programma, una sorta di gioco matematico, che non ha ancora applicazioni e che il computer quantistico di Google, chiamato Sycamore, ha risolto in poco più di tre minuti. Merito di un processore con 53 qubit, le unità di informazione di base dei computer del futuro. 

«L'architettura non è nuova, ma il balzo in avanti è avere utilizzato insieme 53 qubit, che danzano all'unisono», ha rilevato Calarco. «Finora - ha aggiunto - il record era intorno a una ventina. Nei computer tradizionali i dati sono immagazzinati uno per volta, sotto forma di una successione di bit. I computer quantistici, invece, sfruttano le proprietà delle particelle, come la possibilità di esistere contemporaneamente in luoghi diversi. Questo aspetto - ha aggiunto - consente a un computer quantistico di registrare simultaneamente più dati nella propria memoria». 

È come se dovessimo cercare un cliente in un grande albergo: un computer tradizionale dovrebbe controllare le stanze una per una, quello quantistico invece riesce a fare la stessa ricerca in un sol colpo, con un enorme risparmio di tempo. «È un risultato molto importante», ha detto Augusto Smerzi, dell'Istituto Nazionale di Ottica del Cnr. «Dimostra infatti per la prima volta - ha concluso - che un dispositivo quantistico può svolgere operazioni in tempi molto più brevi dei computer tradizionali più potenti». 

Per Raffaele Mauro, della società no-profit Endeavor Italia, «è un grande risultato, ma c'è ancora molto da fare, con hardware e software come future sfide». Non mancano, intanto, le polemiche: la stessa rivista Nature riporta sul suo sito quelle sollevate dalla Ibm, secondo la quale il suo supercomputer tradizionale più potente, chiamato Summit e grande come un campo di basket, avrebbe potuto risolvere il problema in soli due giorni e mezzo e non in 10.000 anni.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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