Oggi si celebra il Natale del Signore
La Chiesa celebra con la solennità del Natale la manifestazione del Verbo di Dio agli uomini. È questo infatti il senso spirituale più ricorrente, suggerito dalla stessa liturgia, che nelle tre Messe celebrate oggi da ogni sacerdote offre alla nostra meditazione «la nascita eterna del Verbo nel seno degli splendori del Padre (prima Messa); l'apparizione temporale nell'umiltà della carne (seconda Messa); il ritorno finale all'ultimo giudizio (terza Messa)».
Un antico documento, il Cronografo dell'anno 354, attesta l'esistenza a Roma di questa festa al 25 dicembre, che corrisponde alla celebrazione pagana del solstizio d'inverno, «Natalis Solis Invicti», cioè la nascita del nuovo sole che, dopo la notte più lunga dell'anno, riprendeva nuovo vigore.
Celebrando in questo giorno la nascita di colui che è il Sole vero, la luce del mondo, che sorge dalla notte del paganesimo, si è voluto dare un significato del tutto nuovo a una tradizione pagana molto sentita dal popolo, poiché coincideva con le ferie di Saturno, durante le quali gli schiavi ricevevano doni dai loro padroni ed erano invitati a sedere alla stessa mensa, come liberi cittadini. Le strenne natalizie richiamano però più direttamente i doni dei pastori e dei re magi a Gesù Bambino.
Il nome «Natale» è carico di suggestioni reali e fantastiche, di fede e di devozione, artistiche filosofiche e teologiche insieme. Nome semplice e complesso, comune e dotto, divino e umano a un tempo. È un nome ricco di misteri. La sua etimologia è da ricondursi all'aggettivo latino natalis, col significato di natalizio, nel senso di «qualcosa che riguarda la nascita», che, a sua volta, deriva dal participio perfetto natus, del verbo nasci «nascere».
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