Donne in difficoltà a leggere i sintomi

Il prof. Odicino: «Diagnosi tardiva per quello dell'ovaio, asintomatico».
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Del tumore ovarico, di cui si registrano cinquemila nuovi casi l'anno solo in Italia, abbiamo parlato con il prof. Franco Odicino del Dipartimento Ostetrico Ginecologico dell'Ospedale Civile di Brescia.
Che cos'è il tumore ovarico e quanto è diffuso in Italia?
Con questo termine si intende un gruppo ampio ed eterogeneo di neoplasie che insorgono dall'ovaio. Quello più frequente è quello di origine epiteliale (il tessuto epiteliale è uno dei tessuti che costituiscono l'ovaio) ed è a questo tumore che fa riferimento l'indagine condotta dall'Osservatorio ONDa. Le neoplasie ovariche epiteliali maligne (definite carcinomi ovarici) rappresentano la forma più pericolosa di tumore ginecologico in quanto di difficile e spesso tardiva diagnosi clinica. Questo si traduce in un'elevata mortalità per le pazienti diagnosticate con malattia in stadio avanzato, anche se grandi progressi nella terapia sono stati fatti negli ultimi 20 anni. In Italia quasi 5.000 donne sono colpite da questa forma tumorale ogni anno e in più di 3.000 casi la diagnosi avviene quando la malattia è già in stadio avanzato.
Quali sono i principali fattori di rischio associati a questa malattia?
L'età rappresenta il fattore di rischio più importante. Il picco di incidenza di questa malattia si osserva, infatti, nelle donne in età peri o postmenopausale (50-60 anni). Il ruolo di altri fattori di rischio (relativi alla storia riproduttiva, alla dieta, a fattori ambientali, all'uso di farmaci, alla storia familiare) è stato ampiamente indagato dagli epidemiologi nell'ultimo ventennio. Tra questi, particolare importanza ha assunto il ruolo dei fattori genetici per la malattia. Esistono infatti differenti alterazioni del patrimonio genetico, che possono portare a una predisposizione più o meno importante allo sviluppo del tumore ovarico. È ritenuto che però solo il 10% dei casi di carcinoma ovarico possano essere inquadrati in queste forme di "predisposizione ereditaria", anche se recenti ricerche tenderebbero a dimostrarne una più alta frequenza.
Quali sono i sintomi da sorvegliare per il tumore all'ovaio? Quando cominciano a manifestarsi?
Purtroppo il carcinoma ovarico risulta essere asintomatico per buona parte della sua storia clinica. Lavori scientifici di recente pubblicazione stimano in circa tre anni (valore medio) l'intervallo tra l'insorgenza biologica della malattia e le sue possibili manifestazioni cliniche. Inoltre, i sintomi di esordio sono spesso sfumati e di lieve intensità, tali da essere confusi con le frequenti alterazioni dell'attività dell'apparato gastrointestinale: stitichezza, sensazione di gonfiore addominale, diarrea, difficoltà digestive, nausea, aumento della circonferenza addominale. Più raramente l'esordio clinico della malattia è caratterizzato da disturbi di tipo respiratorio (affanno, fame d'aria) o dalla comparsa di tumescenze alla base del collo. Il suggerimento è quindi di non banalizzare sintomi gastrointestinali poco importanti, specialmente quando compaiano ex novo in donne in età perimenopausale.
L'indagine condotta dall'Osservatorio O.N.Da ha messo in luce un'elevata confusione tra le donne su questo tumore. Come diagnosticarlo precocemente?
L'indagine evidenzia purtroppo una scarsa conoscenza del problema. Infatti, una donne su tre delle intervistate non è in grado di distinguerlo dal tumore all'utero. Ne consegue che circa l'11% di loro si attendano un'efficacia preventiva o diagnostica dalla esecuzione del PAP test, esame che non è assolutamente in grado di diagnosticare il tumore ovarico. In attesa che maturino i risultati di studi internazionali sullo screening e sulla prevenzione di tale tumore, l'invito è quello di sottoporsi con regolarità a visite ginecologiche, possibilmente corredate da ecografie transvaginali, oggi disponibili nella maggior parte degli ambulatori specialistici.
a.dellamoretta@giornaledibrescia.it

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