Ci sono pareri discordanti sull'utilità delle mascherine

Mentre Veneto e Trentino annunciano la sospensione dell'obbligo, le indicazioni di Oms continuano ad essere contrastanti
Due ragazzi abbassano la mascherina per mangiare un gelato all'aperto - Foto Ansa/Tino Romano
Due ragazzi abbassano la mascherina per mangiare un gelato all'aperto - Foto Ansa/Tino Romano
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Dall'1 giugno e almeno fino al 15 in Veneto non sarà più obbligatorio indossare la mascherina all’aperto, ma solo nei luoghi chiusi nei quali ha accesso il pubblico come bar, negozi o uffici, diversamente da quanto disposto a livello nazionale. Sulla stessa linea il Trentino, come ha annunciato il presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti, che si prepara a revocare l’obbligo non appena «il contagio si sarà stabilizzato». Non cambia idea invece la Lombardia, dove la protezione di naso e bocca è prescritta da un’ordinanza che è in vigore dal 5 aprile e sembra che lo resterà anche nelle prossime settimane.

Come è andata fino ad oggi
Il tema sull’utilità delle mascherine è stato molto dibattuto, soprattutto all’inizio dell’epidemia di Covid-19 in Italia. Le informazioni nella fase più critica dell’emergenza sanitaria sono state contrastanti e contradditorie. C’è stato un primo momento in cui portarla sembrava allarmistico: risale al 26 febbraio la diretta Facebook nella quale il governatore della Lombardia Attilio Fontana, per annunciare di essere in autoisolamento in seguito al contagio di una collaboratrice, si presentò davanti alla webcam indossandone una chirurgica e scatenando diverse critiche che lo accusarono di aver spaventato i cittadini.

È stato un periodo di confusione, durante il quale la scelta di proteggere le vie aeree è stata affidata alla discrezionalità dei singoli, che presto si sono imbattuti nella scarsa reperibilità delle stesse, sia nelle farmacie che al supermercato, al punto che per settimane è stato a rischio anche l’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale negli ospedali e nelle terapie intensive. L’aumentare della consapevolezza sulla gravità dell’infezione da Sars-CoV-2 e le immagini che arrivavano da Wuhan hanno presto elevato la mascherina a bene di prima necessità per gran parte degli italiani. A metà marzo le difficoltà nell’acquistare le mascherine era ormai evidente e aveva generato più di una tensione tra Regioni, governo centrale e Protezione civile, che si sono rimpallati a vicenda la responsabilità della distribuzione.

Un susseguirsi di polemiche, legato anche al prezzo di 0,50 centesimi di euro garantito dal commissario straordinario Domenico Arcuri, che pochi giorni fa ha detto di aver risolto la partita confermando l’azzeramento dell’Iva e la distribuzione di 43 milioni di pezzi, in via sperimentale anche nelle tabaccherie. Sono anche stati acquistati otto macchinari per la produzione nazionale, che una volta installati nelle carceri permetteranno di realizzare due milioni di pezzi modello Ffp 2 a settimana. Un numero che non si avvicina al fabbisogno nazionale stimato dagli esperti, che parlano di 40 milioni al giorno per tenere sotto controllo al meglio la Fase 2.

Cosa dice l’Oms
Con alcune regioni che si sganciano dall’obbligo di indossarla e contribuiscono ad una gestione frammentata delle misure, è inevitabile l’aumentare delle perplessità dei cittadini. Queste sono rese ancora più marcate dalla discordanza tra i risultati di alcune ricerche scientifiche recenti e le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ancora sostiene che gli unici a dover portare la mascherina sono gli operatori sanitari o i malati. Basta ad esempio interrogare il risponditore automatico della pagina Facebook di World Health Organization: il bot, che scrive anche in italiano, dà indicazioni su come proteggersi dal Covid-19.

Le indicazioni del risponditore automatico dell'Oms su Facebook - © www.giornaledibrescia.it
Le indicazioni del risponditore automatico dell'Oms su Facebook - © www.giornaledibrescia.it

Nei consigli raccomanda l’igiene delle mani, di evitare luoghi affollati, il rispetto del metro di distanza e tossire e starnutire nel gomito. Nelle faq che il bot di Messenger suggerisce, alla domanda «Dovrei indossare una mascherina per proteggermi?» la risposta è molto chiara: no. L’Oms dice: «Indossa una mascherina solo se sei malato con sintomi del Covid-19 (specialmente tosse) o ti prendi cura di qualcuno che potrebbe avere il Covid-19». In caso contrario, infatti, «stai sprecando una mascherina. C’è una carenza mondiale, quindi l’Oms esorta le persone a usarla saggiamente (...) per evitare inutili sprechi di risorse preziose».

Cosa sostengono gli scienziati

Sono numerose le ricerche scientifiche a favore dell’uso della mascherina, tra cui un recento lavoro pubblicato dalla rivista Science a firma di Kimberly Prather e degli esperti della University of California San Diego. Il lavoro conferma come il contagio da Covid-19 avvenga tramite goccioline di saliva disperse nell’aria, emesse soprattutto quando si parla e si respira, la cui pericolosità è considerevole soprattutto considerato gli asintomatici. Di conseguenza, le mascherine indossate correttamente sono un barriera fiisca utile contro l’effetto aereosol, che negli spazi chiusi può mantenere la sua carica infettiva per ore. Lo studio, inotre, accusa l'Oms di basare le sue indicazioni su ricerche risalenti agli annio Trenta.

Un’altra ricerca riportata dal South China Morning Post e fondata su un esperimento fatto su 52 criceti, ha evidenziato come la mascherina chirurgica sia in grado di ridurre il contagio fino al 50%.

E allora?

Dare una risposta definitiva e univoca non è possibile. Certo è che, considerando il probabile numero di persone asintomatiche e le complessità legate ai tamponi, unico metodo in grado di diagnosticare la malattia, indossare la mascherina metterebbe in parte al riparo le persone che sospettano di essere o essere state contagiose. In passato è stato dimostrato come le mascherine conferiscano un falso senso di protezione, portando chi le indossa a trascurare le altre pratiche importantissime come il lavaggio delle mani. Essendo comunque prescritte dalle linee-guida nazionali in diverse situazioni, il consiglio è scegliere il modello più protettivo e indossarlo in modo corretto. 

 

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