Imprese registrate: il numero è stabile in attesa del Pnrr
L’effetto della pandemia sullo stock delle imprese bresciane, contrariamente a tante narrazioni all’insegna del crollo catastrofico, è stato assolutamente modesto. L’osservazione della dinamica delle imprese registrate presso le Camere di Commercio non lascia dubbi. Almeno in apparenza. I dati di stock, ovvero l’ammontare del numero nel Registro delle Imprese, per il 2019 e il 2020, è praticamente analogo. Nel 2019 si contavano 117.576 imprese registrate che scendono a 117.391 alla fine del 2020, con un saldo nell’anno negativo per 185 unità, pari al meno 0,2%. Niente in pratica. E niente di diverso da quello che è accaduto nel decennio precedente, con le imprese registrate scese dalle 120.458 del 2009 alle 117.576 del 2019.
Il ragionamento non cambia considerando le imprese attive in provincia di Brescia che, nel 2020, sono 104.688 un dato in leggera riduzione rispetto al 2019 (-194, -0,2%). Il passaggio crisi indotto dalla pandemia non sembrerebbe manifestare una particolare incidenza poiché tra il 2019 e il 2020 lo scarto nello stock delle imprese attive è in linea con quello del periodo precedente. Anche dall’analisi dei dati di flusso, ovvero della natalità e mortalità delle imprese nel 2020, si ricava, e non potrebbe essere altrimenti, lo stesso bilancio.
Secondo i dati di Unioncamere-Infocamere in provincia di Brescia, nel 2020, le imprese nate sono state 5.813 mentre, nello stesso periodo hanno definitivamente chiuso i battenti 5.762 attività. Nell’anno orribile della pandemia Brescia registra un saldo tra le iscrizioni e le cessazioni di +51 imprese con un tasso di crescita centesimale, lo 0,04%. Inferiore a quello nazionale regionale che sono attorno allo 0,30%. Inferiore a quello del 2019 in cui il saldo fu positivo per + 322 imprese, con un tasso di crescita dello 0,27%. Ma pur sempre positivo.
Una situazione di stallo
Fin qui i numeri. Inequivocabili. I ricercatori di Infocamere parlano di una situazione di stallo, della esistenza di «una platea nascosta di imprese che, in altre condizioni avrebbero già chiuso i battenti». In altri termini le imprese sono in attesa di vedere che cosa appare all’orizzonte fra la prospettiva di poter beneficiare di eventuali ristori e le speranze di una rapida ripresa. La quiete prima della tempesta o, magari, la condizione per un recupero deciso della propensione al fare impresa.
Così in provincia
C’è il segno meno nel confronto tra il numero delle imprese nel 2020 e nel 2019 per 110 comuni, poco più della metà del totale, a fronte di una ventina di centri che pareggiano i conti e di 77 comuni che nel 2020 hanno visto aumentare il numero delle imprese registrate. Proprio così. E non mancano centri nei quali gli incrementi sono consistenti.
Il Comune capoluogo segna, in valore assoluto, il maggior incremento del numero di imprese registrate (+85, +0,4%) mentre appaiono certamente significativi i saldi di Manerba del Garda (+35 imprese, +5,2%), Rodengo Saiano (+23, +3,1%), San Zeno Naviglio (+21, +4,5%). La riduzione del numero delle imprese presenta tuttavia valori, sia assoluti che percentuali, assai contenuti. Darfo Boario Terme è il centro che perde il maggior numero di imprese (-31, -1,9%) precedendo Calvisano (-24, -2,9%), Corte Franca (-17, -2,6%), Pisogne (-16,-2,4%) e Ghedi (-16, -1%).
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