Cultura

«Luna: la prima colonia», il volume per i 50 anni dallo sbarco

In edicola con il GdB fino al 30 agosto a 9,90 euro il racconto di un’impresa che cambiò la storia
Neil Armstrong sulla Luna
Neil Armstrong sulla Luna
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L’uomo, quel 20 luglio di 50 anni fa, mise per la prima volta il piede sulla Luna e tutto cambiò. «Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità», fu la storica frase pronunciata da Neil Armstrong, colui che per primo calpestò il suolo del nostro satellite, con il collega astronauta Buzz Aldrin. Alle 22.17 italiane, il modulo lunare Eagle riuscì a compiere l’allunaggio sul Mare della Tranquillità. E quando ormai in Italia era il 21 luglio, alle 4.56, sei ore dopo l’allunaggio, Armstrong scese dall’Eagle e camminò sulla Luna.

 La missione Apollo 11 fu la prima di una serie di «viaggi lunari» che avrebbero condotto 24 astronauti americani, primi uomini ad avere questo privilegio, a camminare su un corpo celeste che non fosse la Terra. Una missione, e una data spartiacque, il 20 luglio di cinque decenni fa, che Gabriele Beccaria, giornalista scientifico e responsabile degli inserti Tuttoscienze e Tuttosalute de La Stampa e Antonio Lo Campo, giornalista scientifico specializzato nel settore aerospaziale, ripercorrono, assieme all’epopea della conquista lunare, nel volume «Luna. La prima colonia. Il passato dei pionieri e il futuro degli esploratori», in edicola fino al 30 agosto, con il Giornale di Brescia al prezzo di 9,90 euro più il costo del quotidiano.

Un libro che, con l’introduzione di Walter Cunningham, astronauta dell’Apollo 7, fa rivivere l’impresa dell’esplorazione lunare ma s’inoltra pure tra le nuove frontiere che ci attendono nello spazio. Un excursus che ci riporta a quei giorni che cambiarono per sempre la percezione della nostra presenza nell’universo, anche grazie ai racconti di alcuni degli astronauti che ne furono protagonisti e ad un ricco ed originale apparato iconografico.

Ma lo sbarco sulla Luna divenne realtà mentre sulla Terra la storia compiva il suo corso, con la Guerra Fredda e la disfida tra Usa e Urss per la corsa allo spazio. Beccaria e Lo Campo esaminano le ragioni per cui l’Unione Sovietica perse la guerra dello spazio e smontano le tesi complottistiche che continuano a mettere in dubbio l’impresa.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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