«Così l’indifferenza portò ad Auschwitz»: un libro per capire
«Ai nostri giovani, perché sappiano e ricordino», si legge nelle prime pagine de «La pietra nera del ricordo. Giornata della memoria. I primi vent’anni», di Giulio Busi, con un contributo di Silvana Greco su Liliana Segre. Il libro è in vendita in edicola da oggi - domenica 19 gennaio - esclusivamente in abbinamento con il Giornale di Brescia o con Il Sole 24 ore (12,90 euro più il prezzo del quotidiano, offerta valida in edicola fino al 18 febbraio, in libreria a 14,90 euro) che raccoglie una scelta degli articoli dell’ebraista italiano (presidente della Fondazione Palazzo Bondoni Pastorio e professore alla Freie Universität di Berlino) apparsi su «La Domenica» de Il Sole 24 ore negli ultimi vent’anni.
Sapere e ricordare sono le due parole chiave del volume, perché come spiega Busi, il ventennale dall’istituzione della Giornata della Memoria (che il 27 gennaio di ogni anno commemora le vittime della Shoah e delle persecuzioni razziali) è il fil rouge che scorre lungo le pagine. Conoscenza e capacità di fare memoria sono i due baluardi imprescindibili affinché l’orrore dell’Olocausto e dei campi di sterminio non si abbia a ripetere mai più. «È una sorta di diario - prosegue Busi - che raccoglie una selezione dei miei articoli apparsi sul Sole 24 Ore in questi vent’anni trascorsi da quando è stata istituita la Giornata della Memoria. Sono dedicati al dovere di ricordare e alla difficoltà di trasformare la consapevolezza delle persecuzioni in un patrimonio generale, condiviso, vivo. Per fare il punto su cosa si è fatto e su quel che resta da fare».
Il filo della sessantina di articoli scelti tra quelli pubblicati su Il Sole 24 Ore dallo studioso, scorre tra Italia e Germania, con i testi che spaziano dalla storia alla letteratura, dalla poesia alla musica e alle arti visive. «Il primo articolo è una corrispondenza da Berlino del 27 gennaio 2001, in cui ricorreva la prima Giornata della Memoria in Italia», ricorda ancora Busi. Nel volume in edicola, il contributo di Silvana Greco è invece dedicato in modo specifico alla senatrice Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, alla «lunga spirale di misconoscimenti, una sorta di discesa agli inferi, che di girone in girone la condusse all’orrore dei campi di concentramento», spiega la sociologa. «Volevo proprio mettere in luce quella spirale del misconoscimento di cui la Segre è stata vittima, come tutta la popolazione ebraica della Penisola, a partire dalla promulgazione delle leggi razziali nel 1938 che attacca i maggiori diritti di cittadinanza della popolazione ebraica, li fa diventare cittadini di serie B, esclusi dalla società civile, relegati ai margini - prosegue - . E un ulteriore tipo di misconoscimento sono le offese, le umiliazioni, le svalutazioni nella sfera pubblica fino poi ad arrivare all’orrore dei campi di concentramento. Un processo di misconoscimento che era istituzionalizzato, basato su una precisa strategia politica».
Ma al centro del contributo della Greco, vi è anche la spirale positiva di «riconoscimento» che conduce la Segre, conclude la sociologa «al pieno recupero della propria dignità identitaria, prima nel privato con il matrimonio e la famiglia, poi nel lavoro e infine con l’impegno civile e politico». Nel volume alcune pagine sono dedicate alle testimonianze di ebree ed ebrei italiani sopravvissuti alle persecuzioni. «È un progetto scenico letto e rappresentato in lingua tedesca il 29 gennaio 2018 al Centro Judaicum di Berlino», chiosa Busi.
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