Che libro è La Cosmetica Umanistica
La Cosmetica Umanistica. Un titolo che non ti aspetti, 290 pagine corali, una prefazione firmata Diego Dalla Palma, l'intervento di tredici esperti e un tema, quello della bellezza, affrontato nei suoi molteplici codici.
A firmare il suo primo libro l'imprenditore bresciano Giannantonio Negretti, presidente di NG Group Universal, conosciuto nel settore come "pioniere della bellezza". Un attributo che va imputato alla personale filosofia con cui Negretti affronta l'ambito lavorativo nel quale si muove da oltre 30 anni. Un puglio umano e professionale che non è passato inosservato ad un altro astro del beauty: Diegoa Dalla Palma che scrive: «Raccontare un sogno, avere un gande progetto umanistico e riuscire a trasmetterne la visione non è semplice. Giannatonio Negretti, con il suo esempio esistenziale e anche attraverso quest’opera, ci riesce perfettamente perché è un visionario, un professionista di stirpe, un innovatore che ha messo tutto il suo sapere a disposizione del panorama della cosmetica odierno».
Il prodotto di bellezza, incontrato nel corso della giornata di chiunque di noi molte volte (dal sapone alla crema idratante), nella mentalità aziendale rivoluzionaria di Negretti, non è un mero oggetto commerciale da vendere. Anzi è in un accompagnamento sul mercato talvolta sfrenato e senza scripoli, pensato esclusivamente per fare cassetto, che si annida la delusione nei confronti del mondo dedicato alla cura della persona. Da qui il nomadismo cosmetico del consumatore insoddisfatto.
Questa delusione, per Negretti, è diventata spinta di indagine e auto-indagine, motore primo per la scrittura del libro.
La Cosmetica Umanistica diventa dunque un modo nuovo di pensare, progettare e realizzare prodotti e servizi di bellezza che servano l'uomo, visto come unità complex, capace di rispondere alle sue peculiarità bio-pscio-socio-spirituali. Da qui il desiderio di un nuovo Rinascimento della bellezza dove il cosmetico diventa un farmaco olistico. La ricerca del benessere realizzata in maniera equilibrata diventa a sua volta creatrice di benessere personale e comunicatorio.
Dentro questa visione anche le professioni della bellezza si riscoprono di grande valore. Per una cultura dura a esaurirsi si condiderano ancora i Centri di formazione professionale come ultimo approdo per chi non possiede talenti. Ma una volta terminata la formazione chi è stato considerato uno scarto, va invece a ricoprire ruoli e mansioni di grande significato. Da qui il desiderio di Negretti di creare un percorso formativo "alla pari". «Sogno un liceo della Bellezza dove si insegni a rispondere ai bisogni di bellezza di ciascuno, attraverso la formazione della figura del beauty pioneer. Operatori capaci di ascolto profondo nei confronti dei clienti».
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