Non facciamo confusione fra tempo e clima
Quando si parla di cambiamento climatico, le obiezioni sono sempre le stesse, soprattutto in estate. Ecco qualche esempio:
- siamo in luglio, è normale che faccia caldo
- anche quando ero bambino capitava di superare i 35 gradi
- l’estate 2003 è tuttora imbattuta, quindi faceva più caldo 20 anni fa
L’elenco potrebbe continuare, ma il problema di fondo è solo uno: prima di parlare di un argomento, sarebbe opportuno informarsi e conoscere almeno le basi della materia in questione. In questo caso molte obiezioni, del tutto infondate, nascono dalla errata sovrapposizione di due concetti molto diversi tra loro: tempo e clima.
Proviamo, una volta per tutte, a fare chiarezza. Il tempo meteorologico indica un singolo evento, come può essere un temporale, un’ondata di caldo o di freddo, una nevicata, e così via. Il clima riguarda invece un lasso di tempo molto lungo (almeno trent’anni) ed è indispensabile per avere uno sguardo d’insieme.
Il secondo, grave equivoco nasce quando si fa confusione tra la situazione locale e quella globale. Un esempio: a Brescia, il 7 luglio 1957, la temperatura raggiunse i +38,4°C. Chi mette in dubbio il cambiamento climatico potrebbe considerarla una freccia in più al suo arco, ma non è affatto così: innanzitutto si tratta di un singolo evento (tempo), che estrapolato dal contesto non ci dice nulla su ciò che è accaduto nel corso dei decenni (clima), inoltre è un dato relativo ad una zona geografica circoscritta, del tutto inutile per analizzare un cambiamento in atto su scala globale.
Dobbiamo anche tener presente che il pianeta non si sta scaldando in modo omogeneo: ci sono zone, come il bacino del Mediterraneo, dove l’aumento delle temperature è più incisivo ed altre in cui è meno evidente. In alcune aree, per determinati periodi di tempo, si può verificare perfino un temporaneo raffreddamento, ma ciò che conta, quando si parla di clima globale, è l’andamento… globale. Semplice, no?
Fatti propri questi concetti, tutto diventa più chiaro e basta poco per smontare le tesi di chi vuole negare l’evidenza. A Brescia c’erano 38 gradi anche 60 anni fa? I record dell’estate 2003 sono tuttora imbattuti? Forse nei prossimi inverni la nostra città si ritroverà sotto un’abbondante nevicata, come accaduto più volte nel decennio compreso fra il 2005 e il 2015? Si tratta di singoli eventi, per di più su scala locale, che devono essere contestualizzati e messi in relazione con una tendenza molto più ampia nello spazio e nel tempo. I dati, purtroppo, sono inequivocabili: il riscaldamento globale è una triste realtà.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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