Le temperature di maggio e giugno sono in linea con la media storica
Quando si parla di meteorologia e climatologia, l’ultima parola spetta sempre e solo ai dati, che spesso si scontrano con le sensazioni. Siete convinti di aver vissuto un mese di maggio ed una prima metà di giugno insolitamente freschi?
È comprensibile, soprattutto se pensiamo che l’anno scorso, di questi tempi, l’anticiclone africano era già indiscusso protagonista e le temperature superavano abbondantemente la media. Se però prendiamo in considerazione gli ultimi trent’anni, scopriamo che questa presunta “frescura”, in fin dei conti, dovrebbe essere chiamata con un altro nome: normalità.
Secondo i dati di Ghedi, dal 1° maggio al 15 giugno abbiamo vissuto diciannove giornate nella media, undici più fredde della norma e sedici più calde della media. L’anomalia termica di maggio è stata di +0,3°C e quella della prima metà di giugno oscilla intorno allo zero. Perché ci sembra di vivere una parentesi fresca, quando invece le temperature, a conti fatti, sono semplicemente normali?
La risposta è legata al cambiamento climatico. Negli ultimi decenni ci siamo abituati a vivere stagioni estive sempre più precoci: salvo rare eccezioni, i primi caldi sono spesso arrivati in netto anticipo rispetto alla consueta tabella di marcia. Potremmo definirla una sorta di assuefazione al caldo anomalo, che ha influenzato le nostre sensazioni e i nostri ricordi. Ecco perché è importante fidarsi solo dei dati. Anche per quanto riguarda la pioggia, la realtà è ben diversa dall’immaginario collettivo: i mesi di maggio e giugno, secondo le statistiche della nostra città, sono sempre stati molto piovosi. Potrà sembrarvi strano, ma è così. La memoria inganna, i numeri no.
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