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Caldo: vent'anni fa, a Brescia, il record dei record

Nel pomeriggio dell’11 agosto 2003 la temperatura raggiunse i +39,2°C
La capannina meteorologica dell'istituto Pastori, che l'11 agosto 2003 rilevò un picco di +39,2°C
La capannina meteorologica dell'istituto Pastori, che l'11 agosto 2003 rilevò un picco di +39,2°C
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Oggi cade il ventesimo anniversario di un record assoluto. Nel pomeriggio dell’11 agosto 2003 la stazione meteorologica dell’istituto Pastori, punto di riferimento per la nostra città, rilevò una massima di +39,2°C, che ad oggi rappresenta il valore più alto mai raggiunto in oltre settant’anni di serie storica. Fu il culmine di quella che, a Brescia e provincia, entrò in archivio come l’estate più calda di sempre.

È facile prevedere l’obiezione di chi, nonostante tutto, cerca di negare l’evidenza: «ma come, vent’anni fa faceva più caldo di oggi? Che fine ha fatto il cambiamento climatico?». La risposta è molto semplice: non dobbiamo confondere un singolo evento (tempo) con ciò che invece avviene nel corso di svariati decenni (clima).

Per aiutarci a comprendere una volta per tutte questo concetto, prendiamo spunto dalle parole del noto meteorologo Andrea Corigliano, che alcuni giorni fa ha sintetizzato così la differenza fra tempo e clima: «Il tempo è la fotografia delle condizioni meteorologiche di una giornata in una determinata località, mentre il clima è l’album che raccoglie circa 11.000 fotografie (almeno 30 anni di foto giornaliere) di quella località. Sull’ultima pagina dell’album è riportato un puzzle composto da tutte le foto che, insieme, delineano il volto climatico di quella località. Infine, il clima globale è la raccolta degli album di tutte le località del nostro pianeta, in cui è attiva da almeno 30 anni una stazione meteorologica». Chiaro, no?

Ecco perché non ha alcun senso prendere in considerazione un singolo evento, come un’ondata di caldo, un temporale, una nevicata o un’irruzione fredda, e utilizzarlo per confermare o smentire una tendenza climatica globale, in atto da molti decenni. Sono due piani completamente diversi, che non possono e non devono essere confusi. Vent’anni fa le temperature hanno raggiunto un picco tuttora imbattuto, è vero, ma si è trattato di un singolo evento, relativo ad una zona geografica ben precisa e collocato all’interno di una singola stagione.

Per concludere, ecco un dato che fa riflettere. Il mese di luglio da poco concluso, a livello globale, è stato il più caldo dell’intera serie storica analizzata dal Centro Europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (1940-2023). A Brescia non è stato così, anzi: in passato abbiamo vissuto mesi ben più caldi, ma ciò non rappresenta di certo una contraddizione. Mai confondere ciò che avviene su scala globale con ciò che avviene su scala locale.

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