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Montagna, il premio Meroni al bresciano Giancarlo Sardini

Ogni anno viene conferito a persone o a gruppi che si sono prodigati a favore dell'ambiente e della solidarietà
Giancarlo Sardini sul palco di palazzo Marino - © www.giornaledibrescia.it
Giancarlo Sardini sul palco di palazzo Marino - © www.giornaledibrescia.it
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Un prestigioso premio nazionale della montagna è stato assegnato a un appassionato bresciano. Il riconoscimento, consegnato sabato a Palazzo Marino a Milano, è quello dedicato alla memoria dell’alpinista Marcello Meroni, che ogni anno viene conferito a persone o a gruppi di persone che si sono prodigate con discrezione, dedizione, originalità, valenza sociale, meriti etici e culturali, e in modo volontaristico a favore della montagna e di coloro che amano andare per monti.

Quattro le sezioni in cui il premio è articolato: cultura, alpinismo, ambiente e solidarietà. Per quest’ultima la giuria della quindicesima edizione ha riconosciuto meritevole, con giudizio unanime, l’impegno di Giancarlo Sardini, che da quarant’anni è un membro attivo dell’Operazione Mato Grosso, sorta su iniziativa del padre salesiano Ugo De Censi per promuovere l’educazione dei giovani attraverso il lavoro gratuito a beneficio dei più poveri dell’America Latina.

La storia

Sardini risiede a Bornato e ha trascorso come volontario con la famiglia oltre sedici anni tra gli altopiani della Bolivia e del Perù. Qui, tra le diverse opere, ha avviato nel villaggio di Marcarà l’«Escuela de Guias Don Bosco», una scuola per la formazione di campesinos all’attività professionale di Guide Andine, che ha offerto a giovani del posto la possibilità di uscire dalla povertà senza abbandonare il paese di nascita, scoprendo contestualmente un nuovo modo di considerare e di approcciare la montagna. Proprio grazie alla formazione ricevuta in questa struttura il peruviano Cesar Rosales, lo scorso anno, è diventato il primo sudamericano a portare a termine la difficile salita del Nanga Parbat, la nona montagna più alta del mondo.

«Non mi aspettavo di essere chiamato a ritirare questo premio - ha commentato Sardini - dato che tra le persone che sono state giudicate meritevoli quest’anno, così come anche nelle passate edizioni, figurano personalità di grande spessore della montagna in Italia». La sua soddisfazione tuttavia non rimane circoscritta alla sua persona: «La cosa che desidero sottolineare è che questo premio vale per tutti i giovani dell’Operazione Mato Grosso che scommettono ogni giorno la loro vita sul sentiero della carità, del quale la montagna rappresenta un ramo. Ho maturato nel tempo una lunga storia di impegno all’interno dell’Organizzazione Mato Grosso, ma mi sento solo un portavoce di tanti ragazzi, e dedico il riconoscimento a tutti i giovani che lavorano gratuitamente a favore dei poveri campesinos delle Ande».

L’esperienza dei rifugi gestiti dal Mato Grosso, partita negli anni Settanta in Val Formazza e oggi diffusa anche sulle montagne bresciane, consente di finanziare i progetti solidali nelle missioni costruite dai volontari dell’organizzazione.

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