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Il Cai Brescia compie 150 anni e festeggia con un anno di attività

La ricorrenza per la sezione del Club aperta nel 1874 non vuole essere una celebrazione del passato bensì una riflessione per il futuro
Il Cai di Brescia festeggia i 150 anni
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Il Cai Brescia compie 150 anni. Lontano dall’essere una vuota ricorrenza, l’anniversario offre l’occasione di lanciare un anno di iniziative per fare memoria e guardare al futuro della montagna al tempo del cambiamento climatico. 

1874-2024: è la lunga vita vissuta fin qui dalla sezione bresciana del Club alpino italiano locale, che vede il tempo trascorso come «un percorso tracciato da molte generazioni di soci» e ritiene necessaria per il domani «una riflessione con occhi nuovi per fronteggiare le attuali sfide che la frequentazione della montagna deve affrontare nel tempo dei rapidi cambiamenti che la stanno mutando». Per questo il Cai Brescia ha pensato a «un anno di attività che sappia restituire il senso della nostra storia associativa ponendo la riflessione su cosa sia o dovrebbe diventare il Cai». 

Le iniziative saranno moltissime: escursioni scialpinismo, corsi di alpinismo, passeggiate in Maddalena con gli esperti, manutenzione dei sentieri, riviste, incontri dedicati alla montagna con docenti dell’Università degli studi di Brescia e della Cattolica, proiezione di film (tra i quali «Italia K2» in versione restaurata) in collaborazione anche con il cinema Nuovo Eden e Brescia Musei, un concorso fotografico. Il calendario completo sarà pubblicato nei prossimi giorni sul sito del Cai Brescia.

Per il presidente del Cai Brescia Angelo Maggiori la ricorrenza vuole essere «una riflessione a tempo rallentato mutuato sul passo del trekker. Abbiamo bisogno di tempo e continuità per fare i conti con stimoli e contenuti simbolici troppo trascurati dal consumismo estetico della montagna. La pluralità diversificata di proposte è utile per riscoprire la necessità di unità immanente con la natura, dai prati e boschi alle vette. Io penso che questo processo richieda che le regole etiche del rispetto per la montagna abbiano il tempo di agire in coerenza con il tempo dei nostri gesti. Ci auguriamo un 150esimo di ricerca e non stantio rito evocativo». 

In quest’ottica è stato anche pensato il logo per le celebrazioni di quest’anno, un’aquila che sorregge lo scudo Cai a significare «la forza del pensiero aperto al nuovo, che vola alto sopra cime e difficoltà a sorreggere la sicurezza di essere una grande associazione che difende la montagna da tutte le aggressioni». 

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