«Una rivoluzione per scatenare le energie sopite»
«Quella portata dalle tecnologie digitali è prima di tutto una grande rivoluzione sociale, aperta a tutti e alla quale i giovani devono guardare con ottimismo e curiosità».
Luca Borsoni è il nuovo presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Aib. Fin dal giorno del suo insediamento alla guida degli imprenditori bresciani under 40 insiste nel considerare i profondi mutamenti in corso da una prospettiva più ampia.
Presidente, anche per lei il 4.0 è qualcosa di più e di diverso che non un semplice processo di digitalizzazione dei processi produttivi. Da dove deriva questa convinzione?
«Quando penso al 4.0 mi viene in mente il mio primo computer, un Commodore 64: una specie di catafalco di plastica a metà tra l'analogico e il digitale. È vero che andava a bit, ma per caricare giochi e programmi serviva un mangianastri simile quello delle autoradio. Adesso forse fa sorridere pensare a oggetti simili, eppure se oggi assistiamo alla quarta rivoluzione industriale, quella della digitalizzazione della manifattura, lo si deve proprio alle invenzioni di venti o trent'anni fa. E quando osservo il livello di sviluppo tecnologico che abbiamo raggiunto, ho la sensazione di poter vivere davvero il futuro che ho sempre sognato».
In che senso ritiene la trasformazione digitale come una "grande rivoluzione sociale", e non più semplicemente un'evoluzione dei processi produttivi in fabbrica?
«I profondi cambiamenti già in atto porteranno a ridefinire alla radice il modo di fare impresa conosciuto fino a oggi, mutando l'economia del paese e di conseguenza anche l'intera struttura sociale. E questo perché tutto quanto va sotto il nome di 4.0 ha effetti in ogni ambito, non solo sul manifatturiero. Cito per esempio una recente ricerca curata da McKinsey, dalla quale emerge che le nuove tecnologie digitali avranno effetti determinanti nell'ambito di quattro direttrici principali: l'utilizzo dei dati, la capacità di ricavare valore dai dati stessi, l'interazione tra uomo e macchina, la connessione tra mondo digitale e mondo reale. Una rivoluzione quindi che lavora a tutti i livelli, dagli infiniti ambiti applicativi e, cosa importantissima, aperta a tutti. Non ci sono soglie di sbarramento o barriere d'ingresso dovute alla necessità di ingenti investimenti, chiunque a qualunque livello può prendere parte a questa rivoluzione».
Tutti possono partecipare, soprattutto i giovani…
«Noi giovani imprenditori viviamo con gioia questo momento perché ne leggiamo con chiarezza il valore reale, la possibilità di incidere in un processo complesso al centro del quale restano le persone con le loro idee e la loro creatività, una rivoluzione in cui giovani ragazzi poco più che ventenni possono dare vita ad aziende internazionali e gli imprenditori possono rimodellare le loro attività guardando a sfide globali fino a ieri impensabili. Progettualità, saper fare, innovare erano le radici della nostra imprenditoria prima del 4.0, lo sono ancora, oggi più che mai. Ora dobbiamo lavorare per tornare a sprigionare quell'energia sopita che ha caratterizzato l'Italia negli anni del boom economico e metterla a disposizione della nostra nuova economia».
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