Realtà aumentata e realtà virtuale: domani è già qui
I curatori dei musei, e più in generale tutti coloro che quotidianamente interagiscono con l'arte, hanno un chiodo fisso: come si fa a far dialogare il patrimonio del passato con le sensibilità del presente? L'era delle esposizioni fredde e statiche è ormai tramontata, ora anche il fruitore delle opere vuole poter interagire con ciò che ha di fronte. Manco a dirlo la risposta al quesito arriva dalle nuove tecnologie, con la realtà aumentata (Ar, che arricchisce l'esperienza sensoriale attraverso l'utilizzo del digitale) e quella virtuale (Vr, crea mondi ex novo con l'ausilio di un device) che si stanno ritagliando uno spazio anche nel sistema dei beni culturali.
A Ferrara è nato un progetto che integra le due innovazioni e si candida a diventare uno strumento al servizio dell'arte. Museum Interaction eXperience (Mix) è il frutto di una partnership tra due start up ferraresi. Presentata alla due giorni sull'innovazione applicata al business Futureland, rassegna organizzata da Talent Garden nella sede milanese di via Calabiana (oltre 700 partecipanti tra imprenditori e manager), l'idea «si compone di due elementi - spiega Matteo Fabbri, co-fondatore di TyreCo 2.0 -, sfruttando da un lato il linguaggio dell'augmented reality, dall'altro le potenzialità della virtual reality».
Grazie alla scansione ottica degli oggetti, la tecnologia punta a valorizzare opere che, ad esempio, giacciono nei magazzini o che sono danneggiate (TyreCo 2.0 è riuscita a farlo anche con il soffitto del tempio di Bel a Palmira distrutto dall'Isis, utilizzando unicamente delle fotografie), mentre la seconda direttrice del progetto (quella che sfrutta la realtà virtuale), vuole andare oltre. Le due società hanno sviluppato un software che, applicato ad un visore Vr, permette di affiancare all'esperienza fisica di visita una componente digitale. Il device infatti fornisce all'utente la possibilità di vedere in diretta, e accanto all'opera esposta, numerosi altri elementi con i quali è possibile interagire. La mappa di una città, l'interno di una costruzione, i particolari più segreti di un bene sono infatti a disposizione della persona, che puntando il visore nella giusta direzione può aprire un menù interattivo o viaggiare in un mondo ricreato digitalmente.
Nel mondo dell’industria, solo per fare un esempio di immediata comprensione, queste tecnologie e software possono essere utilizzati per avere sott’occhio e costantemente le parti di una macchina o per sfruttarli come fossero libretti delle istruzioni d’uso: basta puntare il visore sulla macchina o una sua parte ed ecco che sullo schermo appaiono le diverse parti. Il progetto Mix è stato uno dei tanti in vetrina a Futureland, «per mostrare come le innovazioni e le novità tecnologiche non siano in alcun modo distanti da noi - sottolinea Davide Dattoli, ceo di Talent Garden -, ma utilizzabili da ogni azienda il cui desiderio sia quello di implementare il business».
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