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Mancano i periti: ma chi ci pensa?

Se la vera sfida è trovare personale specializzato, Brescia non può attendere piani nazionali
Giuliano Noci, professore ordinario di marketing al Politecnico di Milano - Foto Reporter © www.giornaledibrescia.it
Giuliano Noci, professore ordinario di marketing al Politecnico di Milano - Foto Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Allora siamo praticamente tutti d’accordo: i nuovi scenari dell’industria chiedono più personale specializzato; chiedono un maggior numero di periti (c’è chi dice che in 5 anni ne serviranno il doppio degli attuali), un maggior numero di ingegneri, oltre alla necessità di interventi dentro le aziende per un profondo aggiornamento di chi già lavora.

Questo quadro - ovvero la necessità che serva gente più qualificata - è praticamente il punto sul quale tutti sono d’accordo. Se poi il 4.0 sia o no una rivoluzione, se porterà via lavoro o ne porterà di nuovo, se sia un vantaggio per l’Italia o meno il dibattito è aperto. Sul fatto che servano periti no: qui sono (siamo) tutti d’accordo. Dire che in 5 anni servirebbe raddoppiare la disponibilità di periti è una iper-sfida.

Magari al raddoppio non ci si arriverà, ma pensare ad un significativo aumento questo si potrebbe fare. Pensare e fare qualcosa. Naturalmente servirebbero piani nazionali in grado di fornire indirizzi e fondi. Ma altrettanto naturalmente è difficile immaginarsi che qualcosa arrivi, almeno a breve. «Il più grande problema/opportunità per le aziende sarà avere persone con le competenze adatte».

Così la settimana scorsa anche Giuliano Noci (qui il suo intervento nella Sala Libretti del GdB) ha rimesso al centro il problema (per chi non avrà queste competenze) che si trasforma in opportunità (per chi le competenze le avrà).

È un bel tema: come fare per accrescere il numero dei competenti? Possibile che si debba attendere Roma? Brescia non può immaginare di fare niente in questa direzione? Pressing sulle famiglie, belle fabbriche che si aprono (ce ne sono) per far vedere quanto sia cambiata l’idea di fabbrica, inventarci qualcosa che renda più "sexy" l’idea di perito.

E poi interventi e investimenti su quelle scuole. Non per mettere in serie B le altre, ma oggi - per il futuro di tutti - bisognerebbe concentrarci sugli istituti tecnici e sulle scuole professionali, neglette e bistrattate, alcune vergognosamente malmesse.

Forse è una visione minimal: ma se dai diversi tavoli istituzionali aperti venisse fuori un’idea concreta di intervento in questa direzione sarebbe una bella innovazione 4.0.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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