GdB & Futura

Innovare fa bene alle aziende, alle comunità e anche alle scuole

In Fondital un incontro di GdB Industria 4.0 promosso dalla Intred: un pubblico particolare
  • La visita GdB Industria 4.0 in Fondital
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AA

Una giornata particolare. Metti una sessantina di ragazzi dell’Itis e Its di Lonato che arrivano con professori al seguito. Oggetto: un’ora e mezza di formazione in auditorium a parlare di Industria 4.0 con visita aziendale a seguire e, per quelli dell’Its, due ore aggiuntive in sala prototipazione per vedere quella che forse è la più bella sala stampanti 3D che c’è qui in giro.

E metti gli imprenditori - la famiglia Niboli che ci ha ospitato tutti alla Fondital, in primo luogo - ma anche Daniele Peli della Intred spa e Claudio Morbi della Stain che si trovano un pubblico per metà diverso da quello che usualmente hanno davanti: non solo colleghi e tecnici già strutturati, ma ragazzi per l’appunto. Quelli del Cerebotani, quelli che nelle aziende ci saranno fra qualche tempo e che fra qualche anno saranno capisquadra, responsabili di progetto, manager, magari anche imprenditori.

Lo speciale di Teletutto in Fondital

Una giornata particolare, appunto. Industria 4.0 ma non solo. Tema assegnato alla giornata promossa da Intred spa «L’innovazione fa bene alle aziende ma anche alle Comunità» con Roberta Niboli (si veda qui sotto) a far gli onori di casa. L’idea di fondo della giornata ruota attorno ad una considerazione a suo modo semplice: una fabbrica non può eccellere se intorno ha il deserto, se non ha infrastrutture adeguate e personale qualificato.

È sempre stato un po’ così, oggi la cosa vale doppio. E quindi capire come sta cambiando la Valle Sabbia grazie anche alla cablatura in fibra ottica iniziata nel 2015, grazie alla Comunità Montana e ad Intred spa, è importante e curioso (un’operazione su questa scala è una sorta di unicum nazionale perlomeno, ma ne parliamo qui accanto).

Se arriva una nuova infrastruttura come la fibra ottica «cambia la vita delle persone». E questo è intuitivo: più social, più streaming, la domotica, più possibilità di fare smart working (lavoro da casa, ad esempio), più e-learning (formazione a distanza), anche più gaming (si gioca di più col video). Va da sè - ma Daniele Peli lo ha ricordato - che un po’ cambia anche la vita nelle aziende. Senza Bul la banda ultra larga) le tecnologie digitali balbettano, di industria 4.0 non se ne parla.

Affermare quindi che «più c’è Bul e più cresce il Pil» non è un azzardo. Se l’industria è più competitiva c’è più lavoro. Se c’è più lavoro il benessere cresce. Anche gli immobili (considerazione non banale ma poco valutata) se c’è la Bul valgon di più. Come siam messi nel Bresciano? Non male. Daniele Peli stima che a fine 2018 l’86% di aziende e famiglie potranno esser coperti. Certo, servirà un passo aggiuntivo: la banda ultralarga arriva alla soglia del cancello, poi serve il sì del padrone di casa e/o d’azienda. Ma alibi, diciamo così, non c’è ne sono più.

Ma serve il 4.0? Sì - dice Claudio Morbi - visto che è cambiato il mondo. Un tempo - esemplifica Morbi - gli stampi stavano sulla pressa per mesi, oggi i clienti chiedono assortimenti quasi infiniti. E’ evidente che fra i molti problemi c’è quello di recuperare efficienza. Ma occhio: 4.0 è tecnologia ma - anche e forse soprattutto - organizzazione. Far cose nuove con vecchi sistemi fa male. Al fondo c’è l’esigenza di recupero di efficienza (e quindi di aumento dei margini) ma, in Germania, Morbi dice che il 4.0 è anche marketing: serve a far percepire al cliente che si trova in una fabbrica dove tutti sanno tutto e quindi è più efficiente. Chiave inconsueta ma non banale del 4.0...

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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