Cinque aziende (grandi e piccole) dicono di sì
Ma cosa intendiamo quando parliamo di dati, di analisi dei dati, di utilizzo dei dati? L’abbiamo imparato tutti da Google quando agli inizi (ma anche per qualche anno) ci si stupiva un po’ tutti (certamente il sottoscritto) di avere - gratis - tutte quelle ricerche. Solo dopo abbiamo mangiato la foglia: nulla è gratis, pagavamo con i nostri dati, le nostre preferenze, i nostri gusti: con la pubblicità e con i nostri profili da consumatori. Più in piccolo, il valore del dato portatelo in fabbrica e lavorateci sopra.
Durante l'incontro in Sala Libretti, cinque aziende a testimoniare il valore del dato e quel che ci si può ricavare.
Ferruccio Gnutti (Eredi Gnutti), al nostro incontro ha detto che monitorando le trafilatrici l’azienda ha aumentato la produttività di una dozzina di punti: «Digitalizzare è imprescindibile», ma attenzione, «bisogna sapere dove andare. E quindi serve un progetto. Giuseppe Mercurelli (a.d. Aso Group) ha voluto i «costi al forno» che significa (fra le altre cose) avere dati rapidi sui costi di materie prime e "additivi" da mettere in siviera così da ottimizzare i margini e consentire politiche commerciali diverse.
Caso emblematico di come raccoglier dati non è accademia, ma fare (o non fare) business. Mauro Loda e Alessandro Lusetti (Dtr-Vms, ovvero l’ex CF Gomma) hanno presentato la sfida dei soci coreani impegnati a rilanciare il gruppo attivo nella produzione di antivibranti (ma non solo) per automotive. In particolare, Loda e Lusetti hanno illustrato i vantaggi dall’aver introdotto l’intelligenza artificiale su una linea di controllo: funziona. È seguita quindi la testimonianza di Cristian Boninsegna (Ferro-met), piccola azienda di commercio di metalli. «Digitalizzare consente di agevolare la ricerca dei clienti».
E infine Ercole Cacciami, della milanese Progress Consultant, una start up che fra due mesi debutterà presentando una piattaforma europea per la sicurezza nel trasporto merci. Una soluzione che sta facendo gola alle compagnie assicurative che possono avere un prodotto che segue passo passo le merci scoraggiando, in tal modo, i malintenzionati. Una vantaggio per le assicurazioni e per i clienti che avranno polizze ridotte.
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