Bie: la fabbrica in fiera incanta e funziona

Si sente il profumo acre del metallo, ma anche quello lieve della tecnologia, che dal centro di controllo dalla suggestiva forma di riccio si irradia lungo tutta la filiera della fabbrica intelligente.

Anche i rumori si mescolano e si sovrappongono l’uno con l’altro: quello del forno a gas che scalda le barre d’ottone, quello della lama che le taglia, quello della forgiatrice che le stampa e quello della sabbiatrice che elimina le impurità, in una grande sinfonia che evoca la storia di un territorio, del manifatturiero che lo ha reso grande e della filiera che oggi consente di chiudere entro gli stretti confini di un padiglione fieristico tutto l’iter produttivo che dalla materia prima porta alla realizzazione di un rubinetto a sfera, forse uno degli articoli più classici della provincia di Brescia.

Sì, la fabbrica intelligente (o «fabbrica in fiera», come l’hanno definita i promotori) fa la sua prima comparsa al Bie di Montichiari e incanta, senza tradire le aspettative.

Chiunque, anche uno che di fabbriche e di tecnologia 4.0 non ne mastica affatto, rimane incantato dalla messa in rete di produzioni tanto complesse e non può che piantonare ogni singola fase di quel «collage» che, dice Giuliano Baglioni, project leader della Fabbrica in Fiera, «è la testimonianza di quanto il territorio sta investendo su quell’industria 4.0 di cui tanto si parla ma che poco si vede». A Montichiari il 4.0 è invece realtà, ed è impossibile non accorgersene.

All’inaugurazione della terza edizione di Bie, la fiera delle lavorazioni delle tecnologie dei metalli, non mancava nessuno. Non mancavano le istituzioni (dal leader di Aib Marco Bonometti all’assessore regionale Mauro Parolini e dal neo presidente della Piccola Elisa Torchiani al presidente del settore meccanica di Aib Angelo Baronchelli); non mancano gli espositori (un centinaio, per lo più medie e piccole imprese che, per dirla alla Bonometti, «sono il cuore pulsante della nostra economia») e nemmeno i buyers esteri, con delegazioni in arrivo non solo da Germania, Polonia e Slovenia ma anche da Usa, Giappone e Thailandia. Obiettivo: mostrare a tutti, addetti ai lavori e non, «cosa il territorio bresciano è in grado di fare» e «quanto la filiera sia qui in grado di garantire qualità e efficienza».

Se poi la fabbrica intelligente servirà solo da test o andrà oltre (c’è chi non esclude la possibilità di proporre «in blocco» la filiera), poco importa: certo qui prende corpo un esperimento unico.

Inutile dire che le protagoniste della kermesse sono le 11 imprese, per lo più bresciane, che da mesi lavorano per dar vita alla fabbrica 4.0.: Almag per le barre; Farm New Brass che carica il forno; Automazioni Industriali per la forgiatura; Stb per stampo e finitura; So.Tec per l’aspirazione; Cogeim Europe per la sabbiatura; Btb Transfer per le lavorazioni meccaniche; Eurofimet per il lavaggio; Sala per la lavorazione sfere e Felp per l’assemblaggio.

Il cervello che organizza e monitora il tutto, invece, è della Xplab di Cesare Perani, una piccola azienda di informatica di Sant'Eufemia che ha realizzato l’hardware e il software che consentono la supervisione generale. La fabbrica intelligente produce 1.200 valvole all’ora: in pratica, una valvola ogni 3 secondi circa.