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«Al posto tuo»: ecco come il web farà fuori i colletti bianchi

Riccardo Staglianò, inviato de la Repubblica, ha scritto un libro per Einaudi che merita l’attenzione di tutti
Riccardo Staglianò. Robot e web «rubano» lavoro
Riccardo Staglianò. Robot e web «rubano» lavoro
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Il dibattito comincia a prender forma. Non si può dire che primeggi nelle prime pagine dei giornali, ma si comincia a parlarne, a discutere. I robot rubano lavoro? Si torna a Joseph Schumpeter, l’economista che un secolo fa formalizzò l’idea della spinta creativa e distruttrice capace, però, di rigenerare nuove cose e dare la spinta al mondo. Era l’innovazione tecnologica che spingeva l’industria e il mondo alle soglie del Novecento.

Spacca, rompe, azzera interi settori produttivi ma poi è in grado di ridare forza e vigore al lavoro sotto nuove forme. L’auto rovinò i costruttori di carrozze, ma nacque una nuova industria. Il treno soppiantò le diligenze, ma qualcuno può dire che si viaggiava meglio prima? Esempi classici. Ma il nuovo quadro presenta un «ma» grande come una casa.

Riccardo Staglianò, inviato de la Repubblica, ha scritto un libro per Einaudi che merita l’attenzione di tutti: «Al posto tuo. Così web e robot ci stanno rubando il lavoro». Libro di gradevole (e inquietante) lettura: tante storie e casi di come questa innovazione sta cambiando la vita a milioni di persone, a partire dagli Usa. Il«ma» grande come una casa, nel caso di specie, è la qualità nuova di queste innovazioni.

Agli albori del Novecento (da noi dal Dopoguerra) dai campi si andava a lavorare nelle fabbriche. Quando l’innovazione (l’automazione) arrivò negli Anni Settanta-Ottanta, dalle fabbriche il mercato del lavoro si è trasferito ai servizi.Ma oggi nel mirino non ci sono più le tute blu ma i colletti bianchi. Se le banche si «automatizzano» che nuovi sbocchi saranno possibili per milioni di persone? Se in stazione spariscono gli sportelli per i biglietti, se in cattedra un professore (videocollegato) fa lezione a 100 mila studenti, se i medici saranno supportati (o sostituiti) dai megacomputer per le diagnosi, eccetera eccetera. Risultato: classe media ko. Con una riflessione aggiuntiva: più le macchine diventano a buon mercato, più gli esseri umani sembran cari... Ripeto: da leggere.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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