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Vigneti «predittivi»: l’agricoltura 4.0 si fonde con il bio

Le nuove tecnologie consentono un minore utilizzo di antiparassitari
Anche i vigneti diventano 4.0 - © www.giornaledibrescia.it
Anche i vigneti diventano 4.0 - © www.giornaledibrescia.it
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L'aria di Vinitaly 2018, che questa setimana apre cancelli, porterà un nuovo messaggio al settore vitivinicolo, nel quale le tecnologie digitali dell'Agricoltura 4.0 promettono ampi margini di sviluppo. Risultati previsti? Minore impiego di antiparassitari grazie alle capacità predittive, maggiore qualità del prodotto-vino, meno costi di produzione, e un approccio più adatto a intraprendere produzioni biologiche e sostenibili.

Sono questi alcuni dei benefici registrati dal primo studio dell'Osservatorio Smart AgriFood - costituito da Politecnico di Milano e Università di Brescia - che ha monitorato in Italia 70 realtà imprenditoriali che hanno realizzato 220 casi di applicazione diretta di nuove tecnologie nell'Agrifood, di cui il 16% è espressamente riconducibile al vitivinicolo.

Tra i casi emblematici analizzati, Tenuta Santa Scolastica, piccola azienda viticola sulle colline reggiane, in cui la ricerca ha portato l'azienda a conoscere e implementare una soluzione di monitoraggio del vigneto. Res Uvae, invece, azienda piacentina, ha applicato un sistema di supporto alle decisioni per l'agronomo aziendale che, grazie all'elaborazione dei dati ambientali e modelli matematici, ha fornito informazioni utili alla gestione sostenibile del vigneto, con benefici in termini di risparmio economico.

L’Osservatorio ha analizzato il brand Berlucchi, che si approccia all'Agricoltura di Precisione già nei primi anni 2000, grazie a un progetto del Consorzio per la Tutela del Franciacorta: allora la tecnologia satellitare non permetteva analisi di singoli appezzamenti e, per questo, il Consorzio avvicinò più aziende in grado di ripartirsi il costo. Da allora, Berlucchi implementa le mappe di vigore e si presta per testare uno dei primi prototipi di macchina spandiconcime a rateo variabile, così da modulare le differenze tra i diversi vigori rilevati tramite l'analisi delle mappe.

Successivamente, l'azienda si rende conto che questa analisi non offre solo benefici legati al minor impiego di fertilizzanti, bensì permette di ottenere maggiore omogeneità del vigneto e della relativa vendemmia, incidendo sul prodotto finale. Abbracciando poi anche la produzione biologica. In questo modo, la tecnologia digitale consentirebbe di rispettare i disciplinari del biologico, garantendo gli elevati standard qualitativi aziendali e l'efficienza dei sistemi a razione variabile.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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