Si deve cambiare pelle: chi nasce e cresce in emergenza Covid
Durante la presentazione dei dati finanziari degli ultimi quattro mesi del 13 febbraio, il Ceo di Alibaba Daniel Zhang è stato chiaro: il coronavirus porterà a breve delle sfide per lo sviluppo delle attività dell’azienda, ma allo stesso tempo delle opportunità create dalla «forza del cambiamento». Come in ogni periodo di crisi nella storia, anche durante l’emergenza Covid sono nate nuove opportunità di business per andare incontro a nuove necessità. Aziende affermate hanno ideato nuovi prodotti o riconvertito le proprie attività, e sono nate startup, tutte per rispondere a nuovi bisogni del mercato. Breve excursus sul mondo (per la gran parte, inevitabilmente cinese) su quel che le aziende hanno fatto e ideato per rispondere a queste crisi.
Alibaba, colosso cinese dell’e-commerce da 400 miliardi di dollari, sa già come si fa. Durante l’epidemia di Sars del 2003 (causata da un altro coronavirus) l’azienda puntò sulla nascita dello shop online Taobao per andare incontro alla maggiore quota di persone costrette in casa per le norme di distanziamento sociale. Oggi Taobao è la business unit più preziosa di Alibaba ed è uno dei primi 10 siti più visitati al mondo secondo Alexa.
E sempre per restare al mondo app: l’altro ieri a Wall Street, Zoom ha superato la General Motors per capitalizzazione. Zoom, fondata da Eric Yuan nella provincia cinese dello Shandong, consente di lavorare da casa mettendo in simultanea video molte persone. La startup cinese Huami (produttrice del Mi Band, lo smartband di Xiaomi) ha inventato Aeri, una mascherina trasparente che se collegata alla corrente tramite presa Usb può autodisinfettarsi grazie a una lampada UV installata all’interno. Sempre in Cina, tra il 26 ed il 30 marzo la Shangai Fashion Week è stata proposta ugualmente al pubblico, ma online: più di 150 brand hanno sfilato con la loro collezione autunno inverno 2020 vendendo contemporaneamente i lori abiti in streaming su Tmall, la piattaforma di Alibaba con 500 milioni di utenti. Maschere e aspirapolvere.
Dopo che l’epidemia è diventata pandemia, abbiamo assistito a fenomeni simili in tutto il mondo. In Italia le maschere da snorkeling sono state trasformate in dispositivi di protezione per andare incontro alle esigenze del personale sanitario grazie alla intuizione della bresciana Isinnova. Nel Regno Unito, una distilleria londinese che produce gin (la 58Gin) ha risposto alle minori vendite per la chiusura delle attività commerciali mettendo sul mercato un gel igienizzante per le mani, il Ginitizer (in italiano si potrebbe tradurre con igienizzante). Ancora, l’inglese Dyson, azienda che produce aspirapolveri, asciugacapelli, purificatori per l’aria e simili, era pronta a fornire diecimila respiratori al sistema sanitario inglese, ma poi non se ne fece nulla perchè ritenuti non necessari.
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