Si chiama Inxpect e fa uscire i robot dalle gabbie
In Germania, a Norimberga, quell’altra settimana si è tenuta la Sps Ipc Drivers 2017, una fra le maggiori fiere al mondo per l’automazione intelligente e digitale. Chi fosse interessato al tema (nota di puro servizio) può mettere in agenda che, a fine maggio, a Parma si terrà analoga manifestazione sempre organizzata dai tedeschi.
Ebbene, a Norimberga, si diceva, una delle novità 2017 è stato - una volta tanto - un prodotto italiano presentato da un’azienda bresciana, la Inxpect. Diciamo che, più che un prodotto, così come spesso accade nel digitale, si preferisce parlare di sistema. Nel nostro caso è il Lbk System, che è appunto un sistema di sicurezza industriale presentato dalla Inxpect che - semplicemente e meravigliosamente - può far tirar via le gabbie che, per legge, devono stare attorno ai robot industriali per proteggere tecnici e operai.
Avete presenti quei robot antropomorfi che prendono e spostano pezzi da 30- 50-70 chili e passa? Ecco: per legge devono essere protetti da reti, in realtà a dover essere protetti sono gli operai che ci lavorano vicini. Naturalmente la protezione tranquillizza ma, diciamo così, è anche un impiccio.
Vero è che qualche modalità di sicurezza non fisica ma tecnologica già si usa. C’è la fotocellula che manda segnali dai bordi dell’isola di lavoro: se la oltrepassi il robot si ferma. Ma se c’è fumo la fotocellula non vede e se c’è qualche goccia d’olio che va sulla fotocellula il robot si ferma (inutilmente). Poi ci sono i laser scan, sorta di fotocellule evolute, che presentano più o meno gli stessi problemi dei sistemi ottici e infine - in quest’elenco delle cose che ci sono e che l’Lbk System va a rottamare - ci sono i tappeti sensibili: se ci sale un uomo il robot si ferma, ma costano, non sono facili da tarare e sono soggetti ad usura.
«Il nostro Lbk System - dice Luca Salgarelli, fondatore e guida di Inxpect - invece è un radar che supera tutti questi problemi: è compatto, costa poco, vede attraverso il fumo, non ha problemi con macchie d’olio, distingue se attorno alla piattaforma del robot si muove un uomo o un topo o un gatto. intelligente perchè così l’abbiamo fatto. È la prima barriera intelligente di protezione radar al mondo. A Norimberga abbiamo allestito uno stand con un robot della Kuka che simulava un lavoro. E devo dire che il riscontro è stato ampio».
«Il radar - dice Salgarelli - è una tecnologia quasi antica.Prima lo si usava in ambito prevalentemente militare, poi una decina d’anni fa lo si è installato sulle automobili (quelle che frenano in automatico se un pedone attraversa), adesso la tendenza è di portare questa tecnologia nelle fabbriche e nelle nostre case. Fra cinque anni - prevede Salgarelli - sarà una tecnologia domestica. Parte un nuovo processo e noi vogliamo esserne alla guida». Auguri, ovviamente.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato