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Scuola a distanza, c’è un nuovo mercato

L’emergenza impone nuove esigenze Nascono opportunità ma anche dei problemi
Studentessa alle prese con la didattica a distanza - Foto di Gerd Altmann / Pixabay - © www.giornaledibrescia.it
Studentessa alle prese con la didattica a distanza - Foto di Gerd Altmann / Pixabay - © www.giornaledibrescia.it
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Google Suite for Education, Office 365 Education A1 di Microsoft, Weschool di Tim sono le tre piattaforme suggerite dal ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca per la didattica a distanza. Ma non sono le uniche che il mondo del digitale offre: nel giro di pochissimi giorni, infatti, la disponibilità di software per fare lezione on line è aumentata esponenzialmente.

È gratis (per ora). Se i big sono stati i più veloci nell'andare sul mercato (che per ora è gratuito, ma dopo Google abbiamo capito tutti che niente è gratis...) lo si deve da un lato alla potenza di fuoco che possono mettere in campo e dall'altro dall'aver già nei loro pacchetti piattaforme dedicate al business che, con qualche modifica, sono state reindirizzate. Ma a riconvertirsi al mondo della scuola sono stati in molti: Cisco, Intesa Sanpaolo, Scuolab, Amazon solo per citarne alcuni e l'elenco non è certo esaustivo. A queste piattaforme, tutte proprietarie e immodificabili, vanno aggiunte quelle open source come, solo a titolo di esempio, Moodle, Ilias, Ada e, ancora, quelle che forniscono contenuti: Unicef, Treccani, Rai, Telefono Azzurro, Fondazione Reggio Children Centro Loris Malaguzzi, Parole ostili, quelle suggerite dal Miur.

Tutti che corrono. Grande è il fermento sul web per accaparrarsi un mercato che secondo le ultime stime dell'Unesco interessa oltre il 91% di scolari e studenti in tutto il mondo, che in cifre dice di un impatto su 188 Paesi e un miliardo e mezzo di utenti. Nel frattempo la viceministra del Miur, Anna Ascani, fa sapere che, se in emergenza era impossibile percorrere quella strada, valuta però positivamente l'ipotesi di realizzare in prospettiva «una piattaforma del Ministero costruendola magari con una società che faccia questo di mestiere». E la privacy? E così prosegue la ministra: «In realtà potrebbe essere secondo noi anche la volta buona per poter regolamentare anche il registro elettronico con una piattaforma unica insieme alla didattica a distanza in maniera tale che tutti i docenti e gli alunni utilizzino un sistema unico e comune». E proprio sul registro elettronico è intervenuto anche Antonello Soro, garante per la privacy, secondo cui «L'inclusione, nel registro, di un numero rilevante di dati personali, anche di minorenni, esige l'adozione di cautele idonee a evitare o minimizzare i rischi di esfiltrazione, trattamento illecito, anche solo alterazione dei dati stessi». Come si vede un mercato le incognite non mancano.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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