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Qui mancano 2mila tecnici e c’è la corsa per gli ingegneri

La carenza diventa un limite allo sviluppo I dati di Aib ed Api e si guarda all’Italia...
Sono arrivate.  In azienda nuove tecnologie
Sono arrivate. In azienda nuove tecnologie
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Il rischio è quello di sbilanciarsi ma, con un po' di coraggio, si può dire che la ripresa c'è. Un mutato contesto globale, l'avvento della digitalizzazione, politiche industriali a livello istituzionale e soprattutto la forza delle imprese stanno restituendo al tessuto produttivo quella brillantezza perduta negli anni di crisi.

Quasi due lustri di difficoltà - un disastro industriale, come ama ripetere l’economista Marco Vitale - hanno però lasciato il segno, anche e soprattutto sotto il punto di vista occupazionale. Le aziende si sono prima ridimensionate per sopravvivere ed ora, nella nuova fase di slancio, ricominciano a cercare addetti, seppur con competenze più elevate e mutate rispetto al passato. Il mismatch con il mondo della formazione è però evidente, poiché la richiesta di professionisti è nettamente superiore a quanto il sistema formativo ha da proporre. Sia in Italia sia nel Bresciano questo rapporto è grossomodo di tre ad uno, con le imprese che si scontrano quotidianamente il bisogno di personale.

Ingegneri cercansi... L'elenco delle società della provincia in cerca di dipendenti potrebbe riempire pagine di giornale: Ori Martin e Aso Siderurgica nel mondo dell'acciaio, Regesta nella consulenza informatica, Omr, AB e La Leonessa nella meccanica sono solo alcune delle aziende che recentemente hanno manifestato esigenze ben specifiche. Secondo un calcolo approssimativo si può stimare che le necessità del territorio provinciale oscillino intorno alle 2 mila unità, tra figure tecniche, conduttori d'impianti su tutti come emerge dai rapporti trimestrali sui lavoratori in somministrazione stilati dal Centro Studi dell'Aib (curati da Davide Fedreghini) in collaborazione con 12 agenzie del lavoro (spin off del report realizzato da Assolombarda), e ingegneri.

«C'è una stretta correlazione tra i bisogni del territorio e il dato relativo alla disoccupazione giovanile, purtroppo ancora a livelli elevatissimi - sottolinea Paola Artioli, vice presidente dell'Associazione industriale bresciana per l'Education e capitale umano -. L'alto tasso di abbandono degli studi, un livello di laureati basso e una non ancora elevata attenzione al digitale rendono la situazione preoccupante».

Preoccupazione che emerge evidente anche nelle parole di Douglas Sivieri, presidente di Apindustria Brescia. «Solamente tra le nostre 1.200 associate abbiamo rilevato esserci la necessità di assumere 350 persone - spiega Sivieri -. Il sistema educativo deve essere rivisto in chiave di una maggiore trasversalità dei saperi e in questo gli istituti tecnici possono e devono guidare il cambiamento». La multidisciplinarietà è un tratto caratteristico del professionista ricercato dalle imprese, «una persona che non solo sappia utilizzare le macchine ma che si sappia anche interfacciare in modo attivo con l’azienda. Tecnici sì, ma non solo tecnici», dice Gabriella Pasotti, presidente de La Leonessa spa di Carpenedolo.

Spesso a mancare sono figure intermedie, quadri e dirigenti, che sappiano governare i processi e dare quella spinta all'innovazione che sempre più è la chiave per il successo. Ancora una volta sono centrali il tema della scuola, in grado di fornire le nozioni di base, e dello sviluppo delle competenze. «Gli istituti superiori del bresciano sono di alto livello ma la scuola non basta: serve un'opera di formazione in azienda - evidenzia Maria Raffaella Caprioglio, presidente dell'agenzia per il lavoro Umana (500 milioni di fatturato e 130 filiali in tutta Italia compresa quella di Brescia) -. Per gli ingegneri il discorso è diverso. È difficile reperirli ed è per questo che la nostra società deve guardare in tutta Italia per soddisfare le esigenze delle imprese».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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