Massimo Temporelli: «Ecco come i ragazzi diventeranno strategici»
Nelle prossime settimane, come presidente e cofounder di TheFabLab - laboratorio di manifattura digitale che ha sede a Milano, Torino e Bologna - inizierò il percorso di informazione-formazione GdB Da Vinci 4.0 con i ragazzi delle scuole tecniche del Bresciano, in collaborazione con Talent Garden e Giornale di Brescia. Parlare con i futuri tecnici è fondamentale, perché la rivoluzione che stiamo vivendo riguarda più di ogni altra cosa il mondo della produzione e quello delle fabbriche, rendendole ancora di più luoghi strategici per la nostra società.
Negli ultimi tre secoli, da quando le rivoluzioni industriali hanno agito sul motore della storia, il mondo del progetto e quello del prodotto hanno preso strade divergenti. Con la nascita delle fabbriche e delle filiere iperspecializzate tipiche dell’industria, i processi intellettuali e creativi della progettazione e il mondo della manifattura hanno occupato spazi fisici e mentali sempre più lontani. Nel ’900, questa divisione si è radicata nella cultura occidentale tanto che, ad esempio, esisteva un’etichetta per abbigliamento: i colletti bianchi in ufficio ad occuparsi di design e processi, i colletti blu in officina e in fabbrica a trasformare le idee in materia. È stato fatto tutto questo nel nome dell’efficienza e abbiamo fatto quello che il motore delle rivoluzioni industriali ci chiedeva di fare.
In questo modo però abbiamo creato anche delle criticità: rigidità dei processi, lentezza nel lancio di nuovi prodotti, noia e staticità di alcune professioni verticali. Con l’avvento del digitale, tra il 1970 e il 2010, durante la Terza rivoluzione industriale (quella dei pc e di internet per capirci), alcuni di questi meccanismi hanno iniziato a saltare e si è iniziato a parlare di disintermediazione, ovvero di quella tendenza ad accorciare le filiere che portano i prodotti e i servizi da chi si occupa della parte creativa a chi li acquista e li consuma. Il processo ha coinvolto solo servizi e prodotti intangibili (musica, video e informazioni), dimostrando il vantaggio economico di questo approccio e generando velocemente nuovi e grandi monopoli economici (pensate a Apple e Google).
Dal 2011, con la partenza della Quarta rivoluzione (Industry 4.0, cioè physical computing, digital fabrication, IoT e robotica), lo stesso approccio si può portare anche al mondo della produzione dei prodotti fisici. In questo nuovo contesto, il mondo della produzione e quello della progettazione si fonderanno con le richieste del mercato, i colletti blu e i colletti bianchi non saranno più così lontani e nelle fabbriche tornerà più creatività, come negli atelier del design arriverà un po’ di manifattura.
Le stampanti 3d e le macchine a controllo numerico ci chiedono di ripensare le nostre professioni, non solo dal punto di vista tecnico ma anche delle relazioni con i colleghi, i fornitori ma soprattutto con i clienti. È superfluo dire che chi saprà capire e approcciare il business del prodotto e della manifattura con questo nuovo paradigma giocherà un ruolo da protagonista nei prossimi anni.
Gli incontri di GdB Da Vinci 4.0 serviranno proprio a creare consapevolezza, utilizzando con i ragazzi alcune tecnologie, ma soprattutto discutendo del ruolo del tecnico nel XXI secolo.
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