La lezione di Smart Future Academy e il lavoro che verrà
Chi lo sa, magari tra qualche anno i bambini non sogneranno più di fare la ballerina o di diventare un calciatore, forse in futuro il desiderio dei più piccoli sarà fare il digital project manager o la programmatrice. Perché la rivoluzione digitale è destinata a cambiare non solo il mondo del lavoro ma l'idea stessa che di esso abbiamo tutti.
Secondo uno studio effettuato da Microsoft e comunicato dal direttore della Divisione Consumer & Device Sales dell'Area Mediterranea Paola Cavallero durante Smart Future Academy, il grande workshop sul domani che sabato ha coinvolto più di 2mila studenti al Brixia Forum, «tra dieci anni in Europa il 65% delle professioni che verranno svolte non sono ad oggi ancora state inventate».
E allora che fare? Quale ricetta scegliere per cogliere le opportunità che le tecnologie sono in grado di offrire? «Nel mondo di oggi e del futuro bisogna essere studenti seriali - ha spiegato Cavallero -, è necessario studiare sempre e tenersi costantemente aggiornati perchè ciò che ci circonda cambia senza sosta». L'ambizione rimane fondamentale, la capacità di rischiare e di saper accettare un errore anche «ma ciò che di diverso c'è rispetto al passato è l'approccio al lavoro - ha evidenziato la dirigente di Microsoft -.
Una volta si esaltava la figura dell'uomo, o della donna, solo al comando. Adesso pensare di essere i primi della classa non paga visto che una delle skill più richieste dalle aziende è quella di sapere fare team». Tutto cambia. Sempre. Non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume vien da pensare dinanzi a questo scenario ma, nel grande mare del mutamento, c'è qualcosa che è rimasto invariato: la necessità delle competenze.
La carenza di quelle digitali è uno dei grandi gap del nostro Paese «e ciò lo abbiamo riscontrato noi stessi parlando coi ragazzi - ha sottolineato Nicola Cantele, direttore generale della Eredi Gnutti Metalli spa (200 milioni di euro il fatturato e 300 dipendenti nel 2017), presente con un proprio stand all'evento di sabato scorso -. Abbiamo parlato con alcuni di loro e quasi tutti non avevano la minima idea di che cosa fosse Industria 4.0. Questo vuoto culturale non è però da imputare a loro ma in primis a noi aziende».
Ecco perché il gruppo metallurgico bresciano ha voluto partecipare a Smart Future Academy, «per mostrare che l'industria non è grigiore e fumo, che una fabbrica non ha nulla a che vedere con quella di Charlie Chaplin in Tempi Moderni - ha aggiunto Cantele -. Dobbiamo attrarre i giovani perché loro hanno le chiavi del cambiamento. Noi crediamo molto in loro e infatti nel solo 2017 abbiamo assunto 40 ragazzi bresciani».
Gli studenti hanno in qualche modo cominciato a riscrivere il domani già al Brixia Forum, vuoi il format davvero smart e lontano dalle tradizionali modalità d'orientamento vuoi i tanti stimoli che in poche ore sono giunti loro. Oltre ai tanti relatori autorevoli (il presidente di A2A Giovanni Valotti, il presidente del gruppo Feralpi Giuseppe Pasini, il direttore del Gdb Nunzia Vallini solo per citarne alcuni) proprio il contesto ha aiutato ad immaginare una professione fuori dai soliti schemi.
Dalla Fabbrica d'Armi Beretta a Scuola Zoo, da Superpartes Innovation Campus ai Carabinieri, ragazze e ragazzi si sono potuti confrontare con un variegato mondo dove, senza alcuna eccezione, tecnologie e digitale la fanno già ora da padrone. Perché questo è il filo rosso che accomuna le scelte dei prossimi lavoratori, che ne caratterizzerà operato e contorni. Tutto verrà stravolto, cambiato. La prima innovazione è cominciare a renderse conto. La cosa può essere inquietante, ma presenta anche aspetti di grandi stimoli.
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