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Intelligenza artificiale, c'è chi si muove. Noi no, per ora

A proposito del protocollo d'intesa Germania-Francia e della Big Data Confederation in Veneto
Intelligenza artificiale, in Italia siamo ancora al palo
Intelligenza artificiale, in Italia siamo ancora al palo
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Due notizie distanti e diverse per caratura anche se accomunate da un unico tema: l’A.I, l’Intelligenza Artificiale. Pare sia la vera nuova tecnologia che abiliti al futuro. Non che sia cosa nuova, ma è solo in questi ultimi anni che sta dimostrando quel che può fare per capacità di analizzare dati e dare (o suggerire) strategie e indicazioni operative.

Tema vastissimo, affascinante, anche inquietante per tanti aspetti perchè qui l’uomo misura la propria piccolezza. Staremo a vedere. Le due notizie, dunque. La prima è la sigla fra Germania e Francia, fra la Merkel e Macron, di un protocollo per sviluppare una sorta di strada europea all’A.I. Si son mossi i numeri uno e questo dice del valore che i due Paesi assegnano a questa tecnologia. Loro hanno messo un qualche miliardo, un po’ di altri andranno a prenderli nelle casse europee.

L’Italia non c’entra. Non è la prima volta, ma certo è che, con le arie che girano da noi nei confronti dei due Paesi, era anche difficile immaginare una possibile storia diversa. È un po’ come se, mettiamo quarant’anni fa, l’Italia fosse stata esclusa dallo sviluppo dell’informatica. Non c’è da gioire.

La seconda notizia è più vicina. In Veneto un gruppo di aziende (pubbliche per buona parte) hanno costituito la Big Data Confederation. Nome un po’ enfatico. Praticamente un Consorzio dove i piccoli (per questo la cosa è interessante) hanno deciso di mettere insieme risorse per gestire le analisi dei propri dati. È un percorso curioso, che potrebbe dire molto anche alle nostre Pmi.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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