Kyp, la piattaforma contro le «società cartiere» che sfrutta analisi dei dati e blockchain
Il mondo economico bresciano e la magistratura conoscono purtroppo bene il fenomeno delle società che illegalmente utilizzano fatture inesistenti (le cosiddette «cartiere»), una piaga che mina alle basi stabilità, credibilità e leale concorrenza dell’intero sistema economico. Lo sanno bene anche i professionisti e le società di consulenza che si trovano a dover affiancare clienti virtuosi ma rimasti incastrati nella rete creata da operatori opachi.
«Può infatti accadere che tra i partner, fornitori o clienti, di una impresa possa emergere la presenza di società “cartiere” - spiega Marco Sartori, amministratore di Complegal, pmi innovativa nata in seno allo Studio Bandera di Brescia (fornisce consulenza in ambito tributario, societario , giuridico e di compliance) -. Nella quasi totalità dei casi l’azienda, seppur totalmente estranea, si trova coinvolta nelle indagini per aver acquistato beni o servizi da fornitori responsabili di illeciti fiscali e tributari, trovandosi pertanto nella posizione di dover dimostrare, in sede fiscale e penale, di aver eseguito approfondite verifiche di legalità sui propri partner e fornitori, prima dell’avvio e nel corso del rapporto contrattuale».
Poter perciò contare su partner affidabili dal punto di vista della legalità (anche fiscale), mettendosi al contempo al riparo in caso di attività di verifica dell’Agenzia delle Entrate e dei militari della Guardia di Finanza, risulta fondamentale. Nasce con questo spirito la piattaforma Kyp (Know Your Partner), soluzione digitale «per la valutazione di fornitori e partner sulla base di dati certi e criteri autorevoli» sottolinea Sartori.
Infocamere
Kyp infatti incrocia, grazie a un sistema di intelligenza artificiale, i dati forniti da numerose banche dati, tra cui Infocamere. Ciò porta alla redazione di indicatori di affidabilità e di un report, «che utilizza la tecnologia blockchain garantendo data certa, unicità ed immodificabilità dei documenti e dei dati e calcoli che li hanno generati» afferma Sartori.
Report che è basato, tra gli altri,, su oltre 100 dati di bilancio di più esercizi e che utilizza l’indicatore sintetico stilato da Banca d’Italia nei suoi «Quaderni antiriciclaggio». «La componente di analisi statistica è stata effettuata in collaborazione con il professor Luca Molteni, docente di Statistica e Scienza delle decisioni all’università Bocconi».
A Made in Steel
Ma c’è di più: «I dati ci hanno detto che uno dei comparti più esposti ai rischi è quello del commercio di metalli e di minerali metalliferi - sottolinea Sartori -. Per tale motivo abbiamo partecipato alla fiera Made in Steel, al fine di dialogare con le grandi aziende siderurgiche che nella catena di fornitura vedono una delle loro componenti principali».
Con le credenziali
Il servizio prevede una piattaforma digitale, alla quale il cliente può accedere con le proprie credenziali, che fornisce una serie ulteriore di dati oltre a quelli di natura economico-finanziaria, quali a titolo esemplificativo: numero di dipendenti, certificazioni, rischio di infiltrazione criminale, pregiudizievoli e «adverse media» (notizie che compromettono la credibilità di un’azienda), rating di legalità, presenza organo di controllo, anzianità aziendale e altri ancora.
«Riteniamo che il supporto in termini professionali e per il tramite dei più avanzati strumenti di intelligenza artificiale, con dati inconfutabili nei contenuti e nella certezza delle fonti, possa garantire uno strumento molto utile per la difesa e la prevenzione delle società che operano nel rispetto dei più ampi principi di legalità e correttezza - evidenzia Arrigo Bandera, titolare dell’omonimo Studio -. Tale servizio garantisce efficienza, indipendenza e conseguente ottimizzazione dei costi per le aziende che lo utilizzano».
Uno strumento in grado pertanto di tracciare la strada verso una supply chain sempre più trasparente e che si fonda sulla massima legalità
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