Vino, a Brescia 2018 anno proficuo per i produttori
Un brindisi, seppur scontato, va fatto. Perché il 2018 è stato un anno particolarmente proficuo per i produttori di vino bresciani. «Secondo i dati della Regione Lombardia che ha raccolto in queste settimane le dichiarazioni vitivinicole - evidenzia una nota di Confagricoltura Brescia - ha raggiunto un valore pari a 106 milioni di euro per quanto riguarda le sole uve. Le ottime condizioni climatiche - aggiungono da via Creta - hanno consentito lo sviluppo di grandi quantità di prodotto caratterizzate al contempo da un’ottima qualità. La produzione di uva è aumentata dai 473.616 quintali del 2017 ai 652.201 dello scorso anno, con un incremento del 37,71%». Nella nostra provincia, gli ettari vitati per la produzione di vini Doc e Igt sono 5.664.
«A livello produttivo - non nasconde Fabio Finazzi del Consorzio Valtènesi - c’è stato un incremento significativo che ha portato a raggiungere il limite massimo previsto dal disciplinare». Il Valtènesi sta intanto continuando a puntare con decisione sul vino rosato, una scommessa che inizia a dare risultati positivi. Per quanto riguarda la zona del Montenetto, spiega Mario Danesi, vicepresidente del Consorzio, «è stato un 2018 comunque difficile a causa delle piogge molto intense che hanno caratterizzato la prima parte della stagione unite alla diffusione della peronospora, ma le aziende che sono riuscite a gestire bene queste situazioni hanno avuto un incremento del 30% della produzione».
«Per il Lugana - dice Gian Franco Dal Cero di Cà dei Frati - abbiamo avuto un’annata ottima sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo ma siamo dispiaciuti per la caduta dei prezzi: con l'entrata in produzione di 400 ettari in più c’è stata una flessione importante che speriamo di superare presto». Come spiega Giulio Barzanò della Strada del vino di Franciacorta, «i prezzi sono crollati in confronto all’annata precedente ma erano cresciuti troppo per l’assenza di uva, raggiungendo valori non fedeli alla realtà».
«Il vero problema è il mercato italiano - conclude Claudio Franzoni, presidente del Consorzio Botticino - perché i consumi sono in costante diminuzione; i prodotti bresciani stanno tenendo abbastanza ma dovremo cercare di diversificare ed esportare sempre più il nostro vino all’estero, dove è molto apprezzato. Di solito quantità e qualità non vanno a braccetto ma quest’anno le condizioni sono state ottimali».
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