Economia

Superbonus: servono i fondi, ma serve anche semplificazione

In attesa della probabile proroga, c’è l’occasione per introdurre qualche omogeneità e dare qualche «stretta» agli enti locali sui tempi
La troppa burocrazia rischia di schiacciare il Superbonus
La troppa burocrazia rischia di schiacciare il Superbonus
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Sì, d’accordo: servono i soldi, servono le agevolazioni perché diversamente il meccanismo s’inceppa. Ma serve anche dell’altro, meglio: servirebbe perché come non mai il condizionale è d’obbligo, come si dice. E quindi con ogni probabilità il Superbonus lo avremo fino al 2023. È una buona notizia e inviterei chi lo chiede ad libitum, con il 2030 come minimo temporale, a fare due valutazioni dei costi. Forse meglio sarebbe abbassare il contributo e renderlo stabile - a quel punto sì - fino al 2030. Se ne riparlerà, ma aver visto che un anno in più di proroga vale almeno 10 miliardi dice della mole di soldi necessaria.

Detto questo, forse con zero soldi ma con molto maggiore impegno e testa e buonsenso, varrebbe la pena di introdurre con la proroga anche qualche, chiamiamola così, semplificazione e cui aggiungerei anche una qualche stretta sui tempi dei Comuni a rilasciare i documenti necessari. Le semplificazioni qualche volta costano ma qualche volta no.

Riporto due esempi che sanamente il Sole 24 Ore riportava. Perché mai il bonus mobili (appena aumentato) lo si può abbinare solo alla detrazione del 50% (o al sismabonus) e non anche all’ecobonus? E perché - secondo caso - le barriere architettoniche si possono eliminare con il 110% se si fa un intervento di superbonus in versione eco e non con quello antisismico?

Qui c’è ormai un tripudio di bonus e super che ci si capisce poco: caldaie e finestre possono essere cambiate con bonus che vanno dal 50% al 110%, per l’isolamento termico il range oscilla dal 50 al 110% toccando aliquote intermedie del 65-70-75- e 90 %. È una lotteria. E infine: per davvero serve un nuova norma per chiedere o imporre ai Comuni tempi più rapidi per fornire quei peraltro modesti documenti che servono per avviare i lavori? C’è lo smart working, si risponde. Sì, ma fino a quando? Se non aprono i cantieri moriremo di smart working...

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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