Economia

Superbonus: se è da cambiare lo si faccia, ma in fretta

Al 31 gennaio agevolazioni del 110% oltre i 18 miliardi. Adesso c’è la brutta grana delle frodi, ma non si può lasciare il settore nel limbo
Un cantiere edile - © www.giornaledibrescia.it
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Al 31 gennaio il totale degli investimenti ammessi alla detrazione del Super Ecobonus 110%, ha raggiunto i 18,3 miliardi. Il totale degli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione è pari a 12,7 miliardi, ossia il 69,5%. Le detrazioni previste a fine lavori a carico dello Stato ammontano a 20,1 miliardi. Lo rendono noto l'Enea e il ministero della Transizione ecologica.

Sempre alla stessa data del 31 gennaio, sono pervenute 107.588 asseverazioni. L'investimento medio per i condomini è stato di 539.049,03 euro, per gli edifici unifamiliari 109.353,71 e 96.226,66 per le unità indipendenti. Così, sinteticamente, un’agenzia stampa dà conto del quadro Superbonus aggiornato in tempo quasi reale. Ed è evidente che questi numeri danno l’idea di quanto lavoro questa agevolazione ha creato.

C’è poi la vicenda delle frodi consumate da alcuni farabutti (almeno 4 miliardi a fine dicembre, ma adesso saranno anche aumentate) che hanno convinto il Governo ha introdurre le limitazioni alla cessione del credito di fatto quasi imbalsamando il settore. In aggiunta, nei giorni scorsi il ministro del Lavoro Orlando ha detto che i benefici fiscali potranno andare solo ad aziende in regola con i contratti di lavoro (e ci mancherebbe altro).

Naturalmente, intervenire a cantieri aperti crea sempre problemi, al di là ed oltre le intenzioni dei legislatori. Dire oggi che la cessione del credito è ammessa ma per una sola volta (quando fino a qualche giorni fa non era così) è ovvio rappresenti un limite al lavoro delle imprese (e in parte alle attese dei cittadini). Ma superiamo questa obiezione: se così deve essere (con qualche dubbio) che così sia. Ma che si faccia alla svelta.

Quel che il mercato e le aziende mal tollerano è una situazione di incertezza: che si farà? Il Governo terrà duro oppure cederà alle richieste di associazioni d’imprese e di larghi pezzi di parti politiche? Che intende fare? In gioco non c’è poca cosa: i numeri elencati agli inizi danno un’idea di quel che si era mosso e di quanto adesso rischia di fermarsi.

Una chiara, univoca indicazione: poi ci si accapiglierà sulla decisione presa ma che una decisione venga presa, non si può lasciare in balia dell’incertezza migliaia di aziende e cittadini. Nel frattempo, come già scritto, la Cassa depositi e prestiti ha bloccato la propria piattaforma di acquisto dei crediti. E la stessa cosa ha fatto in questi giorni Poste Italiane. Come dire che almeno metà del mercato è fermo.

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