Economia

Superbonus: proroga necessaria e allo Stato non costerebbe nulla

Per i presidenti Bortolo Agliardi, Massimo Deldossi e Eugenio Massetti il Superbonus fa bene ai cittadini, alle imprese e alle casse pubbliche
La gru di un cantiere edilizio
La gru di un cantiere edilizio
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Secondo un recente studio della Luiss Business School in dieci anni l’impatto del Superbonus sulle casse dello Stato porterebbe ad un guadagno di 811 milioni di euro. Insomma le detrazioni del 110%, che stanno imprimendo un’accelerazione senza precedenti al mondo dell’edilizia, farebbero bene ai cittadini che efficientano casa a costi accessibilissimi, alle imprese di tutta la filiera legata all’edilizia, ma anche allo Stato. Da qui le insistenti voci di una possibile proroga delle detrazioni.

Nei documenti sul Recovery Plan che il governo ha inviato alle commissioni parlamentari, spunta l’ipotesi di una proroga del superbonus al 2023. Una richiesta che le associazioni di imprese e i professionisti avanzano da tempo. «La proroga è auspicabile, non fino al 2023, ma almeno al 2025, ma fino quando non è scritta in Gazzetta Ufficiale sono solo chiacchiere - precisa il presidente dell’Associazione Artigiani, Bortolo Agliardi -. Il mercato è in fermento e le azione faticano a reperire manodopera qualificata e certificata, ma mancano anche i materiali: un caso su tutti, le aziende sono a corto di prodotti per la coibentazione degli edifici».

Sulla stessa linea il presidente di Ance Brescia, Massimo Deldossi: «Stiamo ricevendo tantissime richieste anche attraverso il nostro portale MyBonusBrescia. Le detrazioni del 110% sono uno strumento strategico per lo sviluppo del Paese e per una concreta riqualificazione del patrimonio edilizio italiano, in linea con gli obiettivi di sostenibilità e di riduzione del consumo del suolo definiti nell'ambito del Green Deal europeo. Credo che la proroga sia uno dei prossimi passi che dovrà fare il Governo».

La burocrazia e la complessità della documentazione richiesta dal superbonus allungano i tempi della ristutturazione. Anche per questa ragione secondo il presidente di Confartigiato, Eugenio Massetti, è indispensabile una ulteriore proroga, che non si limiti al 2023. «Secondo la nostra indagine dalla richiesta del cliente all’apertura del cantiere, passano se va bene 6 mesi. I tempi sono stretti, bisogna arrivare a giugno 2022 con almeno il 70% dei lavori attuati - spiega Massetti -. Ecco perché sollecitiamo da tempo, la proroga e la semplificazione delle procedure per il suo utilizzo».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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