Ristrutturare senza spendere un euro è davvero possibile?
Cosa è meglio fare? Cedere il credito d’imposta, chiedere lo sconto in fattura, oppure detrarre il 110% nella dichiarazione dei redditi? Sono sostanzialmente tre le opportunità offerte dal Decreto Rilancio per la riqualificazione della propria casa (energetica o antisismica) senza spendere nemmeno 1 euro. È infatti possibile cedere il 110% del credito alle banche, agli intermediari finanziari, ai fornitori e ad altri soggetti privati. Il decreto consente altresì di cedere i bonus minori, come il bonus facciate del 90% e quello ristrutturazioni del 50% (ma non il bonus mobili e giardini).
Occasione ghiotta per tutti: per le famiglie, per le banche (e insieme a loro anche le utility e le Esco energy service company) che si sono mosse per tempo lanciando offerte specifiche «chiavi in mano» che, oltre a rilevare il credito assistono i clienti nelle procedure burocratiche come sempre in questi casi molto complesse.Ma cosa conviene fare? Ricordiamo che se usiamo la detrazione nel 730 ne sfruttiamo l’intero valore nominale del 110% che viene recuperato nell’arco di 5 anni. Nel caso invece decidessimo di cedere il credito ad un altro soggetto, monetizziamo subito anche se perdiamo qualcosa. La scelta è quindi molto personale, dettata dalla convenienza e dalla situazione economica contingente. Il Governo ha preannunciato di voler confermare il 110% almeno fino al 2023 con la prossima manovra. La proroga è un provvedimento atteso da più parti.
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