Pochi tecnici e banche fiacche: sì, è un mondo difficile
Sì, è un mondo difficile, ma è mai stato semplice? Sorridevo con qualche amarezza leggendo qua e là alcune lamentale di imprese che si sono messe nel business del Superbonus.
L’elenco delle lamentazioni è lungo: si va dalla lentezza delle banche a dire sì all’acquisto del credito (primo contatto a settembre, via libera l’altro ieri); ci sono resistenze di alcuni professionisti ad asseverare i lavori fatti con prodotti e procedure che non rientrano nei prezziari perché poi temono contestazioni a fine lavori; ci sono imprese che si dichiarano sfiduciate dopo aver fatto quattro assemblee di condominio e non si capacitano di come le persone non capiscano, a detta loro, cose semplici (ad esempio il fatto che i soldi ci sono per fare un certo tipo di lavori e non, ad esempio, anche il rifacimento dell’ascensore) e poi, per finire qui l’elencazione, una certa sorpresa (ma è un eufemismo) nel trovarsi davanti alcune amministrazioni pubbliche che poco o nulla fanno per accelerare l’accesso ad alcuni dati. Ci aggiungerei, per finire davvero, anche quella che brevemente definirei la mancanza di manodopera qualificata proprio nel momento in cui servirebbe.
Scrivo queste cose con levità, senza imbracciare la penna-bazooka, un po’ perché a poco serve, un po’ perchè non si può sempre vivere con l’elmetto in testa, alla lunga la testa fa male. E quindi sì, dico anch’io che molte cose non vanno, che dovrebbero andare diversamente, che si capisce l’arrabbiatura e non si capisce invece il perchè alcune cose non vadano come dovrebbero. Sì, è un mondo difficile, lo sappiamo. Però registro anche che molti cantieri col marchio Superbonus stanno aprendo, persino nel mio piccolo paese e vedo grandi ponteggi sui viali della città. La cosa va, più lenta del previsto e certo più farraginosa dell’auspicato, ma va. Per questa settimana tiriamo un bel respiro tranquillizzante...
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