Per i cantieri edili una ripresa boom, ma manca il personale
Adesso qui e ora! E aggiungo: se non qui dove? Prima della risposta una breve panoramica su quanto sta accadendo nell'edilizia, ovvero il settore che fino a un anno fa era più o meno in coma. Sta accadendo questo: la legge del Superbonus 110% sta avendo successo. Evviva. Al di là di qualche bischero che si è dilungato a questionare circa il fatto che non era il caso di sistemare il condominio perché - attenzione attenzione - «poi ci sarebbero stati i controlli», al di là di qualcuno, si diceva, in tanti hanno ben visto l'opportunità che si apriva (e che resta aperta, intendiamoci) per poter sistemare casa dal punto di vista del risparmio energetico e addirittura metterla a prova di terremoto, con il pieno contributo dello Stato.
E quindi i più svegli e previdenti si sono mossi e fra gli effetti di questo movimento ce n'è uno sorprendente: mancano tecnici, mancano operai specializzati, mancano i capicantiere e quindi molte imprese, se telefonate per chiedere se vengono a fare un primo sopralluogo, vi dicono «no grazie» perché hanno l'agenda piena fino alla metà del prossimo anno. Secondo il segretario nazionale degli edili della Cgil mancano (o mancherebbero) almeno 20, forse 30mila tecnici e operai specializzati e in particolare, come detto, i capicantiere, ovvero gente che sa di cosa parliamo, persone in grado di sapere come si mette un cappotto, come si installa una finestra con le nuove tecniche e, più in generale, gente che sappia quel che si fa e come si manda avanti un cantiere.E mancano perché, per l'appunto, l'edilizia sta tirando e badate, sta tirando non solo l'edilizia residenziale, ma anche quella delle opere pubbliche dopo che, senza grandi clamori, la ministra delle Infrastrutture uscente De Micheli ha firmato un accordo col sindacato a dicembre per tenere aperti i cantieri delle grandi opere pubbliche 24 ore al giorno per 7 giorni su 7. L'effetto è stato un po' quello di far assorbire a questi cantieri nuova manodopera. Ovviamente: altro evviva. E lo steso accordo entrerà in vigore non appena partiranno le altre opere pubbliche non appena arriveranno i fondi del Recovery Plan. Più o meno parliamo, fra l'uno e l'altro accordo, di circa 50mila nuovi addetti.
Che è una situazione paradossale a maggior ragione in presenza, prossimamente, di migliaia di licenziati che sono quelli, dio non voglia, che dovrebbero arrivare non appena non ci sarà più il blocco dei licenziamenti. E quindi assisteremo, ma non sarà la prima volta, alla singolare situazione di avere da una parte chi cerca tecnici ed operai e dall'altra chi cerca un lavoro.
A livello nazionale pare stia venendo avanti una sorta di strategia per il rientro dall'estero di parte almeno di questi addetti. Forse non tutti sanno che le società di progettazione e realizzazione di grandi infrastrutture italiane hanno una leadership a livello mondiale e quindi stiamo costruendo dighe in Olanda, la metro di Parigi, il porto di Marsiglia e l'alta velocità in Spagna. A stima pare siano 20 mila almeno gli italiani che stanno lavorando nei grandi cantieri europei. Domanda: quanti rientreranno?
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato