Il Superbonus e piccoli o grandi abusi: che si deve fare?
Due temi - fra i molti - meritano di essere approfonditi in tema di Superbonus. Il primo è quello delle eventuali irregolarità (grandi o piccole) edilizie da sistemare per accedere alla agevolazione mentre il secondo tema è di ancor più stringente attualità ed è quello degli aumenti dei materiali che pare aver iniziato una galoppata che non accenna a calare.
L’effetto di questi aumenti oggettivi si va a sommare, per così dire, ad aumenti legati alla congiuntura del mercato edile, mai così effervescente da anni (anche per effetto del Superbonus). Risultato: fra aumenti delle materie prime, aumenti della manodopera, e - purtroppo - qualche aumento «perchè tanto... paga pantalone» ecco che il mercato rischia qualche sconquasso.
Ne scrive Ippolita Chiarolini, consigliere-segretario dell’Ordine degli Ingegneri di Brescia. Una nota, se è consentita un’aggiunta, esemplarmente chiara. «Le non conformità edilizie-urbanistiche degli edifici non sono una novità nel nostro complesso panorama legislativo; ora, sono ancor più di estrema attualità vista l’elevata percentuale di agevolazioni fiscali concesse con il Superbonus.
Quali sono i riferimenti legislativi per le irregolarità? «È il testo Unico dell’edilizia del 2001 che prevede che gli interventi abusivi realizzati in assenza di titolo abilitativo edilizio, in contrasto con il titolo oppure sulla base di un titolo successivamente annullato, non possano beneficiare di agevolazioni fiscali previste dalle normative vigenti né di contributi dello Stato o di enti pubblici; indicazione peraltro già introdotta nel 1967 proprio nel periodo di intensa crescita edilizia del nostro paese.
Quali sono le violazioni più comuni? «Possono riguardare il mancato rispetto dell’altezza, dei distacchi, della cubatura o della superficie coperta che eccedono, per singola unità immobiliare, il 2% delle misure prescritte e con riferimento ai piani urbanistici.
In città di particolare interesse sono le difformità condominiali, a cosa ci si riferisce? Sono ad esempio i balconi chiusi, lo spostamento di tramezzature o la realizzazione di piccoli manufatti. È opportuna una valutazione sulla situazione delle parti comuni e quindi sull’intero edificio, considerando la necessità di un’eventuale regolarizzazione preventiva con opportuni rilievi, avvalendosi di un professionista tecnico; ma anche valutare la situazione del singolo condòmino, che è responsabile dell’abuso sulla sua proprietà e che per accedere alla propria parte di beneficio fiscale dovrà provvedere la regolarizzazione.
Cosa accade se l’abuso è stato realizzato dal singolo condòmino su parti comuni dell’edificio? «Se l’abuso è ostativo rispetto all’intervento edilizio di riqualificazione, il condominio potrà richiedere al condòmino di rimuovere le irregolarità, a proprie spese, oppure a fronte di un rifiuto, il condòmino potrà procedere come previsto dal codice civile.
Una volta verificata la regolarità edilizia-urbanistica e l’aggiornamento catastale, verificati i requisiti per accedere alle agevolazioni, ben progettati e programmati i lavori, se i preventivi dei fornitori sono eccessivamente elevati, cosa si può fare? «Il cittadino può, a fronte di atteggiamenti speculativi cercare un altro fornitore, questo potrebbe aiutare ad evitare che fenomeni simili compromettano la buona riuscita degli investimenti sia da parte dello Stato, sia da parte dei cittadini. La filiera dell’edilizia sta vivendo un momento di intensa vivacità, che speriamo possa incentivare la qualità della progettazione e del costruito affinché l’Italia possa continuare a vantare un invidiabile patrimonio costruito; anche questa è una forma di importante collaborazione pubblico-privata che, con l’impegno di ciascuno, potrebbe effettivamente diventare una grande opportunità di rinascita per il nostro meraviglioso Paese!».
Sin qui la Chiarolini. La chiusa merita una sottolineatura: ed è quella relativa ad una sorta di senso di responsabilità alle imprese: alcuni aumenti sono comprensibili, altri hanno molto a che fare con la furbizia.
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