Economia

Forza e coraggio: il 110% non lasciatelo solo ai grandi studi

Considerazioni poco incoraggianti dopo un sopralluogo a casa di un amico accompagnati da «un geometra di paese». E mettersi insieme?
Per il Superbonus meglio affidarsi alla consulenza di professionisti
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Alla fine, dopo non poche insistenze, accompagno un amico a fare un sopralluogo nella sua casa al lago, direi - meglio - nell’entroterra della Valtenesi. L’appuntamento è con un professionista. L’idea è quella di capire se e come far fruttare il 110%.

Casetta su un piano, bel pezzo di giardino. Non male nel suo complesso non avesse quarant’anni dimostrandoli tutti. Il mio amico si è rivolto a sua volta ad un suo amico, un geometra che si presenta con alcune idee già chiare su come potrà essere ristrutturata la casa immaginando nuove disposizioni degli spazi interni. Il mio amico va sul discorso del 110% che già aveva accennato al telefono al professionista. E qui comincia qualche tremore. Il geometra - simpatico e alla mano, «siam gente di paese» mi si presenta - aveva sì immaginato interventi con benefici fiscali annessi, ma il suo riferimento era per quelli al 50% (esempio il bagno) e per la facciata. Quando il mio amico tira fuori il tema del 110% vedo il geometra quasi vacillare.

L’idea del mio amico è semplice: si fa tutto quanto si può utilizzando il 110%. E quindi cappotto, pannelli solari, finestre. Sfruttare al massimo i benefici della legge. Non è possibile, dice il geometra che pone il problema dell’isolamento del pavimento. Che sarebbe possibile sì da sotto (dallo scantinato) ma che il mio amico non vorrebbe fare perché abbasserebbe troppo uno scantinato già basso di suo. Ma senza l’isolamento del pavimento - dice il geometra - niente 110% perché la casa va isolata tutta. Mah, non aggiungo nulla.

Lo ricordo poi al mio amico: la legge dice che per fare il salto delle due classi energetiche l’edificio deve avere, come minimo, il 25% della superficie isolata. Non il 100%. Morale dal sopralluogo: si può tranquillamente fare il «geometra di paese» ma sarebbe bene crearsi o entrare in una rete, magari una mini-rete fra professionisti. Tutto non si può sapere: ma oggi molto si può fare per ovviare al problema. Ci sentiamo.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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