Sin Caffaro, i veleni fino a Oto Melara e scuola Divisione Acqui
Hanno sconfinato. E non solo l’epicentro del Sito di interesse nazionale, ovvero il perimetro della cittadella industriale incastrata tra le vie Nullo, Milano e Morosini. Hanno sconfinato anche il Campo Calvesi, in un viaggio che fa rotta verso sud-est. Così, seguendo «l’autostrada invisibile» delle acque sotterranee, i veleni hanno raggiunto e superato i 400 metri di distanza in linea d’aria, estendendosi fino allo spicchio meridionale dell’ex stabilimento Oto Melara di via Lunga e «prendendosi» anche l’area della scuola primaria Divisione Acqui di via Passo del Gavia.
Le sostanze nocive sono sempre le stesse, quelle che compongono il «dna» del cocktail di inquinanti che ha impregnato Brescia: cromo esavalente, mercurio e clorati. Ecco perché il fattore tempo è sempre più fondamentale ed ecco perché Procura, Arpa e Ministero stanno lavorando da settimane insieme a Caffaro Brescia per trovare l’intersezione giusta per l’accordo che dovrebbe sbloccare l’iter. Per iniziare, da un lato, a intervenire e ad arginare il viaggio infestante e, dall’altro, a cascata, per riuscire a consegnare al commissario straordinario, Mario Nova, le coordinate necessarie per «aggiustare» il bando e indire l’attesa gara.
A tenere aggiornata l’istantanea del quadro ambientale è il team dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (alias: Arpa) capitanata dal direttore Fabio Cambielli. E gli ultimi referti analitici relativi al monitoraggio delle acque sotterranee evidenziano il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione sia all’interno sia all’esterno dello stabilimento. In particolare, i campionamenti eseguiti attraverso il piezometro situato nel reparto Clorato hanno evidenziato una concentrazione di 608 milligrammi/litro per il cromo esavalente, di 648 µg/l per il cromo totale, di 6,1 µg/l per quanto riguarda il mercurio e di 82’010 µg/l per i clorati. Il piezometro MW3-44, collocato invece al confine sud dello stabilimento, a valle, nell’area di proprietà Caffaro, ha restituito 107 µg/l per il parametro cromo VI, 93 µg/l per il cromo totale, 1,1 µg/l per il mercurio e 10.619,5 µg/l per i clorati.Proprio sulla scia di questi esiti, l’Agenzia di via Cantore ha provveduto al campionamento di altre zone, collocate sempre all’esterno del perimetro della fabbrica, per capire fino a che punto la contaminazione si sia spinta. Ed è proprio da questa ulteriore verifica - che ha messo a confronto i valori del piezometro più superficiale e di quello che raggiunge 80 metri di profondità - che si è arrivati a tracciare il viaggio degli inquinanti. A sud del Calvesi, si è rilevato un superamento dei clorati non indifferente: 1408,7 µg/l. La relazione è cristallina: «Presso l’adiacente sito ex Oto Melara, posto a 400 metri a sud-est dal confine dello stabilimento Caffaro - si legge - sono stati rinvenuti clorati in tre piezometri, con concentrazione pari a 296 µg/l. Ne consegue che la scia della contaminazione dei clorati si è estesa fino al sedime meridionale dello stabilimento ex Oto Melara e all’area della scuola Divisione Acqui».
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