Ambiente

Ondate di calore: cosa c'è da sapere su umidità e ozono

Cosa sono e come si formano le ondate di caldo? Si verificano quando si registrano temperature molto elevate per più giorni consecutivi
Le ondate di caldo stanno diventando sempre più frequenti - Foto Ansa/Alessandro Di Marco © www.giornaledibrescia.it
Le ondate di caldo stanno diventando sempre più frequenti - Foto Ansa/Alessandro Di Marco © www.giornaledibrescia.it
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Le ondate di calore - dicono gli esperti - sono destinate a diventare sempre meno straordinarie. Ma che cosa sono e come si formano le ondate di calore?

Sul sito del Ministero della Salute si legge: «Le ondate di calore si verificano quando si registrano temperature molto elevate per più giorni consecutivi, spesso associate a tassi elevati di umidità, forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione». Insomma: un periodo in cui il clima è smisuratamente caldo e insolitamente umido. 

Il valore che misura il disagio di caldo e umidità

Come si misura l'umidità? Attraverso un indicatore specifico: la temperatura di bulbo umido (wet bulb temperature), vale a dire il valore che indicherebbe un termometro se misurasse la temperatura esterna con una garza umida avvolta attorno. Non a caso uno dei parametri su cui l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpa) punta i fari è il cosiddetto indice Humidex, ovvero il bollettino che misura il «disagio da calore».

Passanti si dissetano a una fontana pubblica - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Passanti si dissetano a una fontana pubblica - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

Questo valore si occupa in sostanza di descrivere il disagio percepito dall'uomo in condizioni ambientali di elevata umidità e alte temperature, tanto che si calcola incrociando appunto il dato della temperatura con quello del livello di umidità relativa: nell'elenco delle province, Brescia è evidenziata in rosso, a conclamare lo stato di «disagio forte» (con l'unica eccezione di sabato 2 luglio, quando il livello è stato «moderato»). In particolare, in queste giornate siamo a un «livello 4» su una scala che va da 1 a 5, il che significa che «il disagio che percepiamo per il clima è molto elevato», specie se si considera che la forbice dell'umidità oscillerà tra il 30% (nelle ore mattutine) e il 70%.

Quest'ultimo parametro non è però uniforme in tutta la provincia né all'interno della città stessa: scatta cioè l'effetto dell'isola di calore dovuta alla forte presenza di cemento. Nasce appunto da qui la disparità di temperatura tra le varie zone: dove c'è una percentuale di cemento maggiore rispetto alle zone dove il verde e la campagna sono prevalenti le temperature sono più alte, impatto che diventa più evidente soprattutto con le temperature minime e, quindi, di sera e di notte.

Ozono alla stelle: cos’è e quali effetti ha

Ad accentuarsi, con questo caldo anomalo, sono però anche le concentrazioni di ozono nell'atmosfera, l'inquinante che si forma quando l'intensa radiazione solare reagisce con altri contaminanti già presenti nell'aria. Il livello da non sforare è quello dei 180 microgrammi per metro cubo: oltre, il valore è fuorilegge. Come nella nostra provincia, dove le centraline dell'Arpa stanno registrando ormai dall'inizio del mese valori superiori.

A spiegare di cosa si tratta e come si forma l'inquinante è Guido Lanzani, responsabile della qualità dell'aria dell'Arpa Lombardia: «L'ozono è una molecola che si forma in atmosfera in presenza di radiazione solare e, quindi, in particolare durante i mesi estivi. Non si forma tuttavia a prescindere, bensì quando ci sono in aria dei precursori, ossia delle sostanze che portano alla sua formazione. In particolare si tratta degli ossidi di azoto e dei composti organici volatili: i primi sono totalmente emessi dall'uomo durante le combustioni, i secondi possono essere invece anche di origine naturale. L'ozono è un forte ossidante, tanto che si usava per disinfettare e quindi interferisce con i processi dell'uomo e della vegetazione».

Le conseguenze

Come sta andando il trend e come si può intervenire? «È una delle sostanze più difficili da combattere proprio perché si forma in atmosfera - chiarisce Lanzani -. La gran parte dei parametri dell'ozono mostra andamenti costanti con i picchi quando ci si trova in un'estate particolarmente calda» come quella attuale. Per tenerlo a bada, «bisogna adottare tutte le contromisure valide per l'ossido di azoto, perché riescono a ridurre anche la concentrazione di ozono. Inoltre vanno diminuiti i composti organici volatili». Tradotto: bisogna inquinare meno.

E sul versante sanitario? A risentire maggiormente degli effetti collaterali dell'alta concentrazione di ozono sono persone con asma o malattie respiratorie, bambini o chi è abituato a praticare molto sport all'aperto. L'ozono costituisce infatti una componente importante dello smog fotochimico. Essendo un forte ossidante è in grado di attaccare i tessuti dell'apparato respiratorio anche a basse concentrazioni, provocando irritazione agli occhi e alla gola, tosse e riduzione della funzionalità polmonare. La maggior parte di questi effetti sono a breve termine e si concludono con la fine dell'esposizione alla sostanza, che si sprigiona nell'aria in modo più concentrato nelle ore più calde.

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